India, discriminazione contro le bambine:
bufera sulla campagna del premier Modi

India, discriminazione contro le bambine: bufera sulla campagna del premier Modi
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Martedì 30 Giugno 2015, 15:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 11:46
La nuova campagna su Twitter del primo ministro indiano Narendra Modi contro l'infanticidio femminile sta sollevando un vespaio di polemiche. Il premier della destra, in una trasmissione radiofonica due giorni fa aveva invitato a inviare dei selfie che ritraevano insieme padre e figlia con l'hashtag #SelfieWithDaughter. L'iniziativa fa parte di una campagna contro l'assurda discriminazione che penalizza le bambine spesso considerate un peso per le famiglie e che è nota come "Beti Bachao, Beti Padhao" (Salva tua figlia, istruisci tua figlia). In realtà, l'idea appartiene a un sindaco di un villaggio dell'Haryana, dove il divario demografico tra i sessi è molto alto, e che aveva organizzato un concorso fotografico su Whatsapp.



LE ACCUSE

La trovata di Modi è stata però criticata sui social. Una attivista comunista Kavita Krishnan, che fa parte di un'associazione contro gli stupri, ha accusato il premier di «avere un passato di molestatore di ragazze» e ha invitato a non condividere con lui le foto delle proprie figlie. Un'attrice televisiva, Shruti Seth, ha invece bollato l'iniziativa come parte dell«ossessionè di Modi per i selfie (ne aveva preso uno con il premier cinese Li Keqiang) e ha sollecitato invece delle riforme a favore dell'emancipazione femminile. Nonostante queste voci discordanti, la campagna ha ricevuto una marea di adesioni, sia da parte di personaggi dello spettacolo e dello sport, che da gente comune che hanno inondato i social di selfie con le proprie figlie.
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