Valérie: Hollande mi ha umiliata. Gayet querela rivista Closer

Valérie: Hollande mi ha umiliata. Gayet querela rivista Closer
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 11:23

Hollande mi ha umiliato davanti alla Francia intera. Queste le ultime parole di Valérie Trierweiler prima che la notizia della relazione clandestina tra il compagno Hollande e la giovane Julie Gayet la facesse star male fino al ricovero. E mentre l'amante, l'attrice Julie Gayet, querela la rivista Closer autrice dello scoop, un blogger d'Oltralpe Le Reel (che cita come fonte un giornalista della rete tv M6) rivela che Julie attenderebbe un figlio dal capo dell'Eliseo. Voce subito smentita dalla diretta interessata.

«Mi ha umiliata di fronte alla Francia intera». Questo avrebbe detto Valerie Trierweiler al segretario generale dell'Eliseo prima di avere il crollo di nervi che l'ha portata al ricovero in ospedale. «Shock emotivo» e «pressione bassa», i motivi addotti finora più o meno ufficialmente a Parigi per spiegare il ricovero. Per Le Canard Enchainè in edicola oggi, la Trierweiler sarebbe stata colta da una vera e propria «crisi di nervi», un «crollo», dopo il faccia a faccia con Hollande che gli ha confermato che la sua storia con l'attrice Julie Gayet era vera. «Rientrata nel suo ufficio - racconta una fonte vicina alla Trierweiler - ha avuto una vera crisi di nervi». Così grave che il medico dell'Eliseo, chiamato d'urgenza, ha deciso di farla ricoverare immediatamente all'ospedale. Prima del crollo, Valerie avrebbe detto al segretario generale dell'Eliseo, Pierre-Renè Lemas, di essere stata «umiliata di fronte alla Francia intera».

Il "no comment" di Hollande. «È un momento doloroso ma sono affari privati». Mai irritato o scosso, a tratti grave o minaccioso, Francois Hollande ieri è sceso nell'arena all'Eliseo e ha sfidato i giornalisti per quasi tre ore. Ha parlato di quello che voleva, ha rifiutato il confronto sulla sua vicenda personale, non ha mai accennato all'amante Julie Gayet. Mentre sulla compagna Valèrie Trierweiler, sempre ricoverata, ha tagliato corto: «Riposa, e non ho altro da dire».

L'attesa domanda. Il «feuilleton», come l'ha chiamato Segolène Royal, continua. Hollande ha preso tempo, l'ha fatto con tutto comodo, rispondendo comodamente alla domanda di un giornalista della stampa presidenziale che scrive per Le Figaro: «Capisco la sua domanda, sono certo che capirà la mia risposta - ha esordito -. Ognuno nella sua vita personale può attraversare delle prove. È il nostro caso, sono momenti dolorosi. Ma ho un principio, gli affari privati si affrontano in privato. In un'intimità rispettosa di ognuno di noi. Non è nè il momento nè il luogo, non risponderò qui a nessuna di queste domande».

«Vi dirò con chi vado in Usa». Il giornalista aveva evocato la visita dell'11 febbraio di Hollande (senza Valèrie?) negli Stati Uniti, da Barack Obama e signora come una delle scadenze che il capo dell'Eliseo non può assolutamente affrontare nell'attuale stato di confusione nella vita privata. «Prima di quella data darò una risposta», è stata la promessa di Hollande, che ora ha 28 giorni di tempo. Un'arma a doppio taglio: da un lato può aspettare che la Trierweiler si rimetta e lasci l'ospedale per procedere - come dice il gossip parigino - a una rottura ufficiale. Dall'altro, ogni giorno che passerà senza chiarimento si caricherà di attesa, di polemiche e di nuovi, presunti, «scoop». Soltanto una volta, più avanti nella conferenza, Hollande è tornato sui «fatti privati».

La stoccata a Closer. Quanto a Closer, Hollande è stato duro ma ha spiegato che non denuncerà il giornale per non approfittare di una situazione impari: lui, presidente, che trascina un giornale in tribunale ma la rivista che non può farlo a sua volta visto che il presidente gode dell'immunità. «Ma da cittadino comune - ha sottolineato - dovrei perseguire il giornale». La tensione, palpabile all'inizio della conferenza stampa di inizio anno non soltanto sul volto di Hollande ma anche su quello dei suoi ministri seduti in prima fila, si è dissolta con il passare dei minuti.

Le critiche della stampa britannica. Intanto, dal Guardian al Sun, la stampa britannica è unanime nel definire quantomeno sconcertante l'atteggiamento mostrato ieri dai tanti giornalisti francesi presenti alla conferenza stampa del presidente Francois Hollande. «Siamo scemi noi o loro?», si chiede il Daily Telegraph sottolineando come uno scandalo del genere «oltremanica» sarebbe stato trattato in modo diverso. «C'est la France», puntualizza il Guardian che elogia per certi versi la stampa francese mettendone però in evidenza «l'innegabile deferenza nei confronti del presidente, incarnazione della Repubblica». Per il Times «è evidente l'argomento del giorno doveva essere trattato con i guanti dalla stampa francese». Velenoso il tabloid Sun, sempre pronto a sbattere in prima pagina lo scandalo del giorno, secondo cui la conferenza stampa di Hollande «è stato il momento più noioso nella vita di chiunque».

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