Il primo ministro greco a Roma, Renzi: «Speranza da Tsipras, ma non gli diremo sempre sì»

Il primo ministro greco a Roma, Renzi: «Speranza da Tsipras, ma non gli diremo sempre sì»
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Martedì 3 Febbraio 2015, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 19:03

La generazione è la stessa, e lo rivendicano con forza. E anche le parole-chiave: «futuro», «speranza», «crescita».

Da contrapporre a «paura» e «austerità». Ma al termine di un incontro durato più di un'ora il premier Matteo Renzi e il primo ministro greco Alexis Tsipras, oltre a sottolineare le affinità, ci tengono anche a mandare un messaggio chiaro sulle politiche europee. Differente. Renzi è pronto ad aiutare la Grecia, a porsi, in quanto paladino della crescita e del cambiamento, come mediatore, a «dare una mano». Ma precisa anche che aiutare non significa «dare sempre ragione», che Bruxelles deve mandare «un segnale di apertura e di intelligenza per un diverso approccio», ma le riforme «vanno fatte» e, soprattutto, le regole «vanno rispettate».

Tsipras incassa e rilancia, cercando di rassicurare l'Unione europea che, dice, non ha bisogno di altre spaccature, oltre a quelle già create dalla «rovinosa politica di austerità».

Atene non intende creare una nuova rottura tra nord e sud, ma propone «idee diverse per dare modo alla Grecia di rispettare gli obblighi assunti senza creare nuovo deficit». Atene, insomma, punta a «un'alleanza che porti l'Europa verso principi di solidarietà» cercando soluzioni di «reciproco vantaggio accettate da tutti ai problemi di oggi», per dare una sterzata ad una politica che ha mostrato «tutto il suo fallimento». E fin qui il messaggio di apertura c'è tutto. È la troika che continua ad essere il fumo negli occhi. E quando la nomina, il nuovo capo del governo di Atene non usa mezzi termini: «La politica della troika ha abbassato tutti i nostri indici, invece di aiutarci a costruire un sistema di riscossione delle tasse lo ha distrutto, ha fatto crollare la borsa, scappare gli investitori invece di attirarli e creato un dramma sociale nella popolazione».

Ma nessuno, assicura, «nè i cittadini nè i creditori europei», devono avere paura del nuovo governo greco. Di certo paura non ne ha l'Italia. Perfino Silvio Berlusconi si dice «d'accordo» con Tsipras, almeno sul fatto che «questa politica europea» non funzioni. E Renzi assicura di essere pronto ad aiutare il dialogo tra Atene e Bruxelles. «Sono certo - dice - che ci siano le condizioni per trovare un intesa».

Il premier non entra nel merito delle proposte di Atene, che «saranno portate nei tavoli» e non fanno parte di un negoziato a due. Ma di certo, assicura, «le proposte che andranno al negoziato troveranno l'Italia sempre desiderosa di ascoltare, confrontare e condividere». E del resto, scherza (ma forse neanche troppo), un risultato, al momento, l'ha già ottenuto: «Ho passato il primo anno da primo ministro accusato di essere un pericoloso uomo di sinistra in Ue e in Italia un pericoloso uomo di destra... Per me l'arrivo di Alexis è una benedizione!». E poi c'è il discorso generazionale, cavallo di battaglia del premier, che unisce Roma e Atene. «Sono convinto che abbiamo tutti bisogno di leggere nel risultato delle elezioni greche - dice - il messaggio di speranza che viene da un'intera generazione di persone che chiedono di avere più attenzione».

Messaggio che raccoglie anche Tsipras, con toni di lotta e di governo: «La nostra generazione è proprio quella che si è trovata ad essere il bersaglio di scelte politiche sbagliate, ha sofferto, è emigrata». Per «rappresentarla nelle istituzioni europee dobbiamo lottare per lei e per garantirle un futuro». La prova dei fatti sarà tra una settimana, a Bruxelles, quando per la prima volta Tsipras entrerà nella sede del Consiglio europeo. Ma già domani la giornata sarà cruciale: Tsipras vedrà il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che oggi gli ha fatto arrivare un messaggio abbastanza chiaro: «Dobbiamo tenere in conto sia le scelte democratiche dei greci che le convinzioni degli altri, e non cambiamo tutto solo perchè un Paese lo vuole».

Nelle stesse ore il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, che oggi ha visto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan («la crescita di Atene è interesse comune», ha sottolineato il titolare di via XX Settembre) sarà a Francoforte da Mario Draghi. La visione politica lascerà il posto alle scelte concrete.

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