Ricompare a 31 anni dal suo presunto omicidio: l'incredibile storia di Petra Pazsitka

Ricompare a 31 anni dal suo presunto omicidio: l'incredibile storia di Petra Pazsitka
3 Minuti di Lettura
Domenica 27 Settembre 2015, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 10:49
BERLINO - Era scomparsa misteriosamente 31 anni fa. Tutti la ritenevano morta da tempo, dopo che un uomo aveva confessato il suo omicidio. Ma due settimane fa la scoperta che Petra Pazsitka, originaria di Braunschweig, nel nord della Germania, è viva e in buona salute, ma per tutti questi anni si è semplicemente voluta nascondere al resto del mondo. La vicenda è emersa in questi giorni sulla stampa tedesca, ma occorre fare un lungo passo indietro per ricostruirla nei suoi dettagli.



La Pazsitka aveva 24 anni quando, senza lasciare tracce, scomparve da Braunschweig, dove divideva una casa con alcuni studenti e stava preparando la tesi di laura in linguaggio informatico. In realtà, la donna, oggi 55enne, aveva messo in atto un piano ben elaborato. Aveva affittato in segreto un altro appartamento ed aveva messo da parte oltre 4mila marchi, l'equivalente di 2mila euro al valore odierno, per iniziare una nuova vita.



La donna fu vista per l'ultima volta in pubblico il 26 luglio del 1984, mentre si recava dal dentista. Uscì dallo studio del medico alle 3 del pomeriggio e, secondo quanto riferito da un amico, sarebbe docuta andare in autobus a trovare i genitori, nella vicina Wolfsburg. Non arrivò mai a destinazione. La polizia lanciò una vasta caccia all'uomo e lanciò perfino un appello in tv sull'equivalente tedesco di Chi l'ha visto?.



Le autorità aprirono quindi un'indagine per omicidio. I sospetti caddero sulla stessa persona ritenuta responsabile dell'uccisione, avvenuta un anno prima, di una ragazzina 14enne. Il delitto era stato compiuto in un bosco poco distante da dove si trovava la fermata dell'autobus sul quale la Pazsitka sarebbe dovuta salire per andare a fare visita ai genitori.



Alla fine di marzo del 1985, la polizia arrestò tale Gunter K. un muratore 19enne, che confessò l'omicidio della ragazzina. Nel 1987, per motivi che oggi appaiono incomprensibili, l'uomo confessò anche di avere ucciso la donna scomparsa, che nel 1989 venne ufficialmente dichiarata morta. La vicenda sarebbe rimasta consegnata agli archivi, se la Pazsitka non fosse 'tornata in vità per sua stessa iniziativa.



Dopo aver subito un furto nel suo appartamento di Dusseldorf, la donna ha confessato agli agenti intervenuti la sua vera identità. Il nome sulla porta, ha rivelato, era falso e, mostrando la sua vecchia carta d'identità, si è fatta riconoscere come la studentessa di Braunschweig scomparsa 31 anni prima. La donna ha raccontato di aver trascorso a Dusseldorf gli ultimi 11 anni, dopo aver vissuto in varie altre città tedesche.



Per ben 31 anni era riuscita a vivere senza possedere un numero di codice fiscale, una tessera della previdenza sociale, una patente di guida, un passaporto o un conto in banca. Per la polizia, riporta la stampa tedesca, la donna non può essere considerata responsabile di alcun reato, perché non ha mai fatto ricorso a documenti falsi.



Quanto ai motivi che la spinsero a scomparire, la donna ha semplicemente detto che non voleva più avere contatti con i suoi genitori o con le persone in generale, negando che alla base della sua decisione vi siano stati episodi di abusi sessuali subiti in famiglia.
Le autorità tedesche dovranno ora dichiarala nuovamente in vita.