Israele, primo assalto a Gaza via terra. Due missili intercettati sopra Tel Aviv

Israele, primo assalto a Gaza via terra. Due missili intercettati sopra Tel Aviv
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Domenica 13 Luglio 2014, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 02:06

La prima operazione di terra delle forze israeliane nella Striscia di Gaza andata a buon fine: lo ha detto un portavoce dell'esercito israeliano, il tenente colonnello Peter Lerner.

«Un'operazione delle forze speciali della Marina ha avuto luogo su una spiaggia di Gaza per distruggere un sito per il lancio di missili a lunga gittata. La missione è stata portata a termine», ha spiegato il portavoce. «I membri di un commando sono stati attaccati e hanno risposto. Quattro soldati sono stati leggermente feriti», ha aggiunto.

Due razzi sono stati intercettati sull'area metropolitana di Tel Aviv. Israele conferma che Hamas è riuscito a sparare un razzo da Gaza verso Haifa. Il razzo, ha aggiunto, ha percorso oltre 160 chilometri ed è caduto in una zona aperta fra Haifa e Naharya, senza provocare vittime.

Un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza è esploso ad Ashkelon, ferendo seriamente un ragazzo israeliano di 16 anni. Lo riportano i media di Israele. Un altro razzo lanciato contro la città è stato intercettato dal sistema di difesa missilistica Iron Dome.

Sirene di allarme risuonano nel Nord di Israele: a Naharya (al confine col Libano); a Haifa e a Hadera.

La televisione di Hamas sostiene che il suo braccio armato ha sparato simultaneamente da Gaza razzi M 75 verso Tel Aviv e un razzo R 160 in direzione di Haifa.

L'avvertimento. «Chiunque trascuri le istruzioni dell'esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione». È quanto si legge nei volantini lanciati dall'esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l'avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. «L'operazione dell'esercito - è scritto - sarà breve. Lasciate le vostre case, bombarderemo alle 12».

Popolazione in fuga. Tre località situate all'estremità Nord della Striscia - Beit Lahya, a-Atatra e Salatin - si sono trasformate stamane in 'agglomerati fantasma' dopo le minacce israeliane di iniziare presto bombardamenti a tappeto.

Fonti locali riferiscono che migliaia di abitanti (alcune stime arrivano fino a 20mila) hanno abbandonato a precipizio la scorsa notte le loro abitazioni e si sono rifugiati in istituti scolastici dell'Unrwa (l'agenzia Onu per i profughi) nella speranza che essi non saranno colpiti da Israele. Queste persone, secondo quanto constatato dall'ANSA sul posto, sono arrivate senza alcun bagaglio. Molte non hanno potuto nemmeno consumare, la scorsa notte, il pasto rituale del Ramadan e di conseguenza sono ancora a digiuno. In tutti regna la apprensione per il fatto che al termine del conflitto resteranno senza tetto. Israele ha spiegato la necessità di evacuare quei rioni perchè da là, si afferma, vengono sparati i razzi di Hamas a lunga gittata capaci di colpire non solo Tel Aviv e Gerusalemme ma anche - almeno in teoria - Haifa.

Hamas invita i civili di Gaza ad ignorare l'ultimatum lanciato dall'esercito israeliano in vista di un attacco massiccio nel nord della Striscia e chiede loro di fare ritorno nelle proprie abitazioni, dopo che centinaia di famiglie si sono dirette nei centri di accoglienza. «A tutti i figli del nostro popolo che hanno evacuato le loro case: tornate immediatamente e non abbandonate le vostre abitazioni. Seguite le istruzioni del ministero dell'Interno», recita il messaggio lanciato da Hamas e riportato dai media israeliani.

Natanyahu. Israele «continuerà ad operare a Gaza per ristabilire la tranquillità». Lo ha detto il premier Benjamin Netanyahu. «Non sappiamo quando l'operazione finirà, potrebbe volerci del tempo», ha aggiunto Netanyahu secondo quanto riportato dai media di Israele.

La manifestazione. Scontri tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana, stamattina sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. I manifestanti hanno lanciato pietre e petardi contro gli agenti, ferendone due. La polizia israeliana, riporta Haaretz, ha fermato dieci giovani palestinesi. A causa degli scontri, l'area è stata chiusa ai visitatori.

Varie dozzine di attivisti di destra hanno «interrotto» ieri sera a Tel Aviv una dimostrazione della sinistra contro l'operazione a Gaza. Lo dicono i media secondo i quali molti manifestanti sono stati «picchiati e minacciati» dagli attivisti di destra. La manifestazione della sinistra è cominciata intorno alle 20.00, con alcune centinaia di dimostranti e circa 20 poliziotti di controllo. Subito dopo l'allarme antimissili sulla città alle 21.00, secondo un testimone, mentre dimostranti e polizia andavano nei rifugi, sarebbero entrati in azione gli estremisti di destra.

Il conflitto Continuano a cadere i razzi su Israele, sia a Gerusalemme sia a Tel Aviv. Sabato nella Striscia ci sono stati almeno 52 morti, compresi donne e bambini.

Il bilancio aggiornato delle vittime palestinesi a Gaza in una settimana di combattimenti è salito ad «almeno 165» morti di cui 33 bambini e adolescenti e 16 donne. Lo riferiscono i servizi medici locali. I feriti sono stimati in 1.085. Lo riferisce la agenzia al-Ray.

Il raid più pesante è arrivato nella serata di sabato, con un attacco che secondo i militari israeliani ha preso di mira la casa del capo della polizia di Hamas, ma secondo fonti locali ha devastato una palazzina e una moschea nel centro di Gaza City uccidendo almeno 18 persone.

Peres. «Gaza poteva essere libera e prospera, ma ha adottato il terrore». Così il presidente israeliano Shimon Peres, che oggi è tornato a parlare delle operazioni militari in corso nella Striscia, sottolineando che «l'esercito israeliano sta agendo contro questo terrore con determinazione, sicurezza e dedizione». Come riportano i media israeliani, per Peres «il terrorismo di Hamas intende colpire i civili israeliani innocenti. Non possiamo continuare a permettere una realtà in cui cinque milioni di civili, compresi madri e bambini, devono correre nei rifugi», ha concluso il presidente israeliano.

Onu. L'escalation - scandita anche dal lancio di tre razzi verso il nord d'Israele dal Libano - ha spinto la comunità internazionale ad uscire dal guscio: i membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno lanciato un «appello per la de-escalation della situazione» a Gaza, chiedendo «il ripristino della calma e una ripresa del cessate il fuoco del novembre 2012». L'appello - minore rispetto ad una vera e propria ''risoluzione'' che avrebbe visto l'opposizione Usa - esprime «profonda preoccupazione per la crisi in corso a Gaza e per i civili di entrambe le parti». Chiede inoltre «il rispetto del diritto umanitario internazionale, comprese le norme sulla protezione dei civili» e ribadisce il sostegno «per la ripresa di negoziati diretti tra israeliani e palestinesi». Oggi, ha annunciato il ministro degli Esteri inglese William Hague, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Germania discuteranno a Vienna una proposta di cessate il fuoco a Gaza.

Hague ha riferito di aver parlato sia con il suo omologo israeliano Avigdor Lieberman sia con il presidente palestinese Abu Mazen. A Lieberman, Hague ha chiesto il rinnovo del cessate il fuoco fra Israele e Gaza in base all'accordo raggiunto tra le parti nel 2012, mentre ad Abu Mazen il capo della diplomazia britannica ha chiesto di fare «di fare tutto quello in suo potere» per raggiungere l'obiettivo di uno stop. Il presidente francese, Francois Hollande, ha avuto un colloquio telefonico con il premier turco Recep Tayyip Erdogan, per parlare della «grave situazione a Gaza» e per agire a favore di un cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi.

L'Italia - presidente di turno della Ue - ha proposto che la «drammatica situazione mediorientale» sia al centro del Vertice tra i leader europei, mercoledì a Bruxelles. L'Egitto di Fattah al Sisi sembra aver ritrovato il suo ruolo di attivo mediatore tra le parti. I media israeliani ieri avevano segnalato la presentazione ad Israele ed ad Hamas, da parte dell'Egitto e di uno stato arabo, probabilmente il Qatar, di una bozza di tregua.

L'accordo si comporrebbe di due punti: uno sulla sicurezza e l'altro su aspetti socio-economici. La tv israeliana ha anche citato la possibilità di una tregua umanitaria di 12 ore. il giornale Haaretz ha riportato una dichiarazione del portavoce di Hamas Sami Abu-Zuhri secondo cui la fazione islamica deve ancora ricevere «una concreta offerta» su un cessate il fuoco. «Se riceviamo - ha aggiunto - una proposta seria, la studieremo e risponderemo. Per ora le forze della resistenza continuano a combattere l'occupazione».

L'attenzione al quadro internazionale e al lavorio intenso per favorire un calo della tensione tra le parti, non sposta di un millimetro, per ora, la realtà dei fatti sul campo: l'aviazione israeliana ha colpito complessivamente nella Striscia 1236 volte e 686 sono stati i razzi lanciati da Gaza su Israele (incluso oggi Gerusalemme). Nella sola giornata di sabato, i razzi sono stati 65, diretti verso la parte sud e centrale del paese, a portata di rifugio, salvata solo dall'Iron Dome che li ha intercettati evitando vittime. Razzi lanciati contro Gerusalemme sono finiti "fuori bersaglio" anche nella Cisgiordania palestinese - nella zona di Hebron e in quella di Betlemme secondo testimoni locali - ma senza conseguenze per le persone.

A Gaza la situazione è pesantissima con edifici pubblici, case, strutture devastate e il martellamento continuo degli aerei e il ronzio dei droni che non lasciano in pace neppure un istante la popolazione. La rappresentanza palestinese all'Onu ha detto che il 78% dei morti sono civili.

La riapertura da parte dell'Egitto del valico di Rafah con Gaza ha consentito di far passare aiuti medici alla popolazione. Ma Israele per tutta la giornata ha continuato a rafforzare la morsa intorno alla Striscia inviando nuove truppe corrazzate. Anche se sul terreno, almeno per ora, si segnalano solo scaramucce di frontiera.

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