Gaza, bombe sulla scuola Onu: 17 morti, sette bambini. Ucciso palestinese in Cisgiordania

Bambino ferito nel raid contro la scuola (foto Lefteris Pitarakis-Ap)
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Giovedì 24 Luglio 2014, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 08:33

L'artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun, nel Nord della Striscia di Gaza, una scuola dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu per i profughi) in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Nella scuola colpita ci sono 17 morti tra cui personale delle Nazioni Unite e circa 200 feriti. Lo ha detto ad una stazione radio locale il direttore dell'ospedale di Beit Hanun.

Scontri in Cisgiordania Un palestinese è rimasto ucciso dal fuoco dei soldati israeliani durante i violenti scontri tra manifestanti e militari a Qalandia, in Cisgiordania. Lo riferiscono responsabili dei servizi di sicurezza e fonti mediche palestinesi, secondo cui la vittima è un giovane di 25 anni, Mohammed Al Aaraj.

La scuola Onu di Gaza, ha detto un funzionario dell'Unrwa, fungeva da rifugio per abitanti di Beit Hanun costretti ad abbandonare nei giorni scorsi le loro abitazioni, prima dell'ingresso delle forze di terra israeliana.

L'ubicazione della scuola, ha aggiunto il funzionario, era nota all'esercito israeliano. Il fuoco nella sua direzione, ha precisato, non è stato preceduto da avvertimenti di sorta. L'esercito israeliano ha aperto un'inchiesta sulla scuola dell'Onu. Lo dicono i media israeliani.

«È un vero massacro», ha affermato il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qedra. Parlando con i giornalisti, come riporta l'agenzia di stampa cinese Xinhua, al-Qedra ha detto: «È un vero massacro, posso dire che almeno 16 persone sono rimaste uccise, tra loro ci sono sette bambini».

Le forze di sicurezza israeliane (Idf) hanno fatto sapere che stanno «riesaminando» le modalità del bombardamento contro la scuola. «Non siamo sicuri al 100% di quello che è successo a Beit Hanun. Ma sappiamo che in quella zona ci sono stati anche tiri di Hamas, così come anche la rappresentanza dell'Onu ne era al corrente», ha detto Arieh Shalicar, portavoce militare israeliano, sottolineando che «nella stessa zona prima c'erano stati in molte occasioni colpi di mortaio da parte di Hamas». Shalicar ha aggiunto che l'esercito israeliano «non ha alcuna interesse o intenzione» di colpire strutture dell'Onu, «mentre Hamas ha mostrato di non aver rispetto per queste strutture, dove in due occasioni sono stati accumulati razzi». Shalicar ha poi ricordato che con l'Onu erano stati concordate «finestre umanitarie» per l'assistenza.

L'Agenzia federale dell'aviazione americana intanto ha tolto il divieto alle compagnie aeree di volare verso Israele. Riprendono anche i collegamenti aerei di Alitalia da e per Tel Aviv. Altre compagnie invece continuano a non volare sul paese. Oggi il Brasile ha ritirato il suo ambasciatore in Israele.

Si aggrava nel frattempo il bilancio delle vittime nella battaglia a Gaza. Nel sedicesimo giorno dell'offensiva sono almeno 777 i palestinesi morti e altri i 4.750 i feriti sotto il fuoco israeliano. Lo riferisce tramite Twitter il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qedra, precisando che solo oggi nella Striscia si contano almeno 82 morti. Sull'altro fronte, sono morti 32 soldati e un lavoratore tailandese è stato colpito da un razzo sparato dalla Striscia. Cinque membri della stessa famiglia sono rimasti invece uccisi la scorsa notte nel campo profughi di Jabalya a Gaza durante i bombardamenti di Israele. I combattimenti nella zona sono proseguiti per tutta la notte. Sirene d'allarme a Tel Aviv.

Le condizioni di Hamas Il leader di Hamas Khaled Meeshal ieri sera ha annunciato che l'organizzazione sarebbe pronta ad accettare «una tregua umanitaria», ma ha avanzato una condizione pesantissima per Israele: la rimozione del blocco sulla Striscia.

L'Onu e i crimini di guerra L'agenzia dei diritti umani dell'Onu a Ginevra ha approvato un risoluzione per un'indagine su presunti «crimini di guerra» a Gaza. Nel testo sono condannate le «vaste, sistematiche e flagranti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali derivanti dall'operazione militare israeliana nei Territori palestinesi occupati dal 13 giugno». Una risoluzione - avviata da una richiesta palestinese e di altri Paesi - respinta al mittente dal premier Benyamin Netanyahu, che l'ha definita «una parodia». «Si indaghi piuttosto su Hamas - ha incalzato il premier - «che ha commesso un doppio crimine di guerra: sparare razzi ai civili israeliani e nascondersi dietro i civili palestinesi».

Il Brasile protesta Il Brasile ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Israele a seguito dell'operazione a Gaza. «Il governo brasiliano - si legge in una nota ripresa dai media israeliani - considera inaccettabile l'escalation di violenza. Condanniamo fermamente l'uso sproporzionato della forza da parte di Israele a Gaza».

Le trattative La diplomazia ha cercato finora di tessere al meglio la sua rete per la tregua: Kerry - oggi di nuovo al Cairo - ha fatto la spola tra Gerusalemme e Ramallah incontrando Netanyahu e il leader palestinese Abu Mazen, con un saluto, non programmato, al presidente Shimon Peres al suo ultimo giorno di mandato. «C'è qualche passo avanti» , ha detto, ma ancora molto lavoro da fare. Tuttavia, secondo fonti diplomatiche del Cairo, Kerry non è riuscito a convincere i palestinesi (il cui leader Abu Mazen ora ha sposato le richieste di Hamas per una tregua) ad accettare l'iniziativa dell'Egitto per un cessate il fuoco. Per questo starebbe »ricorrendo« alla Turchia e al Qatar affinchè intervengano su Hamas.

Voli cancellati La compagnia aerea egiziana Air Sinai, controllata da Egypt Air e l'unica a collegare Egitto e Israele, ha sospeso «sine die» i voli verso Tel Aviv «a causa della situazione pericolosa» in zona, riferiscono fonti aeroportuali al Cairo. La circostanza ha obbligato l'ambasciatore israeliano al Cairo, Haim Corey, assieme a nove diplomatici dell'ambasciata, ad andare a Tel Aviv passando per Amman, in Giordania.

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