Putin: Isis finanziato da 40 paesi, anche del G20. Sanzioni a regimi che finanziano jihadisti

Putin: Isis finanziato da 40 paesi, anche del G20. Sanzioni a regimi che finanziano jihadisti
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:27 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 13:00

I jihadisti dell'Isis sono finanziati da persone fisiche provenienti da 40 paesi, tra cui anche membri del G20: lo ha detto Vladimir Putin, precisando di aver condiviso con i colleghi del summit ad Antalya i dati a disposizione della Russia sul finanziamento ai terroristi.

Un incontro «costruttivo» ma «non una svolta»: così Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, sul breve faccia a faccia tra Putin e Obama a margine del G20.

«Sarebbe assolutamente irrealistico aspettarsi che un incontro di 20 minuti possa comportare una svolta ma il colloquio è stato sicuramente costruttivo», ha riferito. «C'è la comprensione della mancanza di alternativa al dialogo bilaterale, almeno per la discussione dei problemi esistenti», ha aggiunto.

La Russia e l'Occidente «hanno capito la necessità di cooperare nella lotta al terrorismo internazionale» ma «un accordo è impossibile» perché l'Occidente è diviso nei suoi approcci alla lotta a questo fenomeno, ha detto ancora il portavoce del Cremlino, a margine del G20. «C'è la comprensione della necessità di questa cooperazione», ha continuato Peskov. «Ma raggiungere un accordo tra la Russia e l'Occidente è impossibile perché non esiste un'idea di Occidente, ogni Paese ha la propria posizione e il proprio atteggiamento verso i diversi segmenti del problema della lotta al terrorismo.

Se pensate che l'Occidente sia unito nei suoi approcci al 100% vi sbagliate».

«Condanniamo con forza gli attacchi terroristici a Parigi ed Ankara: sono un inaccettabile affronto contro a tutta l'umanità». E' quanto sottolinea intanto la bozza finale del G20 sul terrorismo esprimendo condoglianze alle vittime e riaffermando la lotta al terrore «in ogni forma e con qualsiasi mezzo sia necessario».

Il G20, prosegue il documento, si impegna nella lotta per contrastare «i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare per quanto riguarda la cooperazione nello scambio di informazioni, il congelamento degli asset dei terroristi e sanzioni verso i regimi che finanziano».

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