Florida, una marea rossa tossica assedia la costa ovest: a rischio turismo e pesca

Florida, una marea rossa tossica assedia la costa ovest: a rischio turismo e pesca
di Anna Guaita
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Mercoledì 17 Settembre 2014, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 16:02
Tante volte, davanti a un mare colorato di rosso per colpa delle alghe, i bagnanti hanno paura.



E se non sempre questa paura è giustificata, quando l’onda rossa si manifesta lungo la costa occidentale della Florida, è giusto aver timore: la marea color ruggine che i satelliti hanno identificato al largo di St. Petersburg è effettivamente micidiale. Uccide pesci e inquina la vegetazione subacqua di cui si cibano tanti animali, incluso i lamantini, una specie protetta. E per gli esseri umani, se dovesse arrivare fin sulla spiaggia, porterebbe rischi sia per la respirazione che per la pelle.



La chiazza oramai è lunga quasi 200 chilometri e larga più di cento, e sembra stia espandendosi verso nord, a colpire proprio le spiagge preferite durante i mesi autunnali, quelle che si affacciano sul Golfo del Messico e quindi sono più miti e protette.



La Florida non è nuova a catastrofi di questo genere: nove anni fa un’onda molto intensa, grande quasi 68 mila chilometri quadrati, colpì il sud dello Stato, con danni per milioni di dollari, causando morie di pesci e inquinamento dei molluschi, distruggendo barriere coralline e uccidendo quasi 300 lamantini (sono animali simili ai trichechi, pacifici e innocui).



Non è possibile prevedere cosa succederà con questa nuova manifestazione. I satelliti seguono il fenomeno dal cielo, ma le nuvole spesso impediscono di identificare con precisione fin dove si stia estendendo la corrente rossa. Intanto si moltiplicano i pescatori che denunciano di aver visto banchi di pesci morti. L’onda color ruggine non è una novità dei nostri giorni. Ci sono memorie di maree rosse anche nell’800, quando tutta la costa era pochissimo popolata e di certo non c’era uso di potenti fertilizzanti chimici.



Sono infatti i prodotti chimici usati nell’agricoltura che spesso vengono accusati di causare il propagarsi eccessivo delle alghe. Ed effettivamente, il vasto disastro del 2005, che durò per un anno intero, fu spiegato dagli esperti con le grandi piogge dell’anno precedente, che avevano “ripulito” i terreni dei fertilizzanti a base di azoto, trascinandoli in mare.



Le alghe rosse della Florida sono del genere “Karenia Brevis”, e non sono molto amiche degli animali o degli uomini: producono infatti una neurotossina che paralizza il sistema nervoso centrale dei pesci, e che può causare irritazioni respiratorie e infiammazioni della pelle negli esseri umani.



La Karenia inquina anche le altre vegetazioni marine, e quindi gli animali che se ne cibano, come i lamantini appunto. Nessuno sa come combattere contro queste alghe. La scienza provò negli anni Sessanta a spargervi sopra del solfato di zolfo, il verderame, un fungicida. Ma le esalazioni che ne scaturisono causarono altri danni, e da allora non si è più provato a controllarle chimicamente.



Per ora dunque le previsioni non sono ottimistiche: “Questa marea causerà molto probabilmente grandi danni all’ecosistema del nostro mare e alla nostra economia”, lamenta il professor Heyward Mathews, docente di Oceanografia al St. Petersburg College.