Nessuno è esente da questo rischio, neanche gli afroamericani famosi. L’attore LeVar Burton, notissimo per il suo ruolo di Geordi nella serie tv Star Trek, ha detto di aver fatto “la predica” a suo figlio quando aveva sei anni e di avergliela ripetuta ogni anno: “Quando poi ha preso la patente, la predica si è raddoppiata di intensità”. Se un poliziotto ti ferma mentre sei al volante, suggerisce Burton: “togliti il cappello e gli occhiali da sole, stendi le mani fuori dal finestrino, fa’ vedere che sei disarmato”, in poche parole, “metti il poliziotto a suo agio”. Il giornalista della Cnn Don Lemon, che viene da una famiglia benestante, ha raccontato che subito dopo la laurea i genitori gli regalarono un’auto piuttosto costosa: “La polizia mi fermava ogni giorno, chiedeva sempre come mai me la potevo permettere, sospettava chiaramente che io fossi un trafficante di droga”.
Su twitter, sotto l’ashtag IGaveTheTalk e IGotTheTalk, genitori e figli raccontano i particolari delle varie “prediche” nelle case d’America: “Niente pantaloni bracaloni, niente cappellini alla rovescia, nente felpe con il cappuccio” raccomandano le madri. E i padri: “Niente musica troppo forte in automobile, guida sempre nei limiti di velocità”, e se la polizia di ferma “parla rispettosamente, fà vedere le mani, non ti muovere di scatto”. E se percorri un quartiere a maggioranza bianco "non correre!".
Ma ovviamente i figli disobbediscono. Anche i ragazzi che vengono da famiglie regolari, da situazioni di classe media, e sono magari ottimi studenti, si sentono quasi obbligati a non apparire codardi o fifoni, e quindi sfidano la sorte e disobbediscono “alla predica”. La morte di Michael Brown sembra tuttavia aver toccato un nervo scoperto: “Ieri io e mio fratello abbiamo fatto le prove di come parlare ai poliziotti, con i nostri genitori” dice un ragazzo. E un altro: “Ieri sera mi sono rassegnato, mi sono seduto con mia madre e ho ascoltato la predica”.
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