Elezioni in Egitto, il Paese conquistato dalla lady di ferro

Elezioni in Egitto, il Paese conquistato dalla lady di ferro
di Elena Panarella
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Sabato 21 Novembre 2015, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 09:05
Donne egiziane di oggi e di ieri. Donne impegnate per il loro Paese, ma anche donne che non dimenticano il passato pensando al futuro. Come l’instancabile e battagliera Nashwa Al-Deeb, 52 anni (nominata la lady di ferro) che nella prima fase delle elezioni parlamentari in Egitto è passata nel quartiere di Imbaba (Giza) con la percentuale più alta in quella zona. Ha conquistato (con le sue battaglie in strada per i più poveri e quelle rivolte all’ambiente) uomini, donne, anziani. Ma anche musulmani e copti insieme. Al-Deeb (del partito Nasseriano) va dritta per la sua strada «sono contenta per il risultato, ma è solo un primo passo ora bisogna spingere sull’acceleratore. Il Paese ha bisogno di ripresa». E dopo il duro colpo a seguito del disastro aereo dei giorni scorsi sul Sinai, spiega: «L’Egitto è sicuro, la vicenda legata all’aereo russo è ancora tutta da chiarire». Trasmissioni televisive, giornali, tutti gli occhi sono puntati su di lei. «I miei obiettivi sono quelli di condivisione con il popolo - dice - Ogni critica che verrà sarà solo una possibilità in più per migliorare». È sempre lei ad aver fondato l’ordine dei lavoratori dei “mestieri tradizionali” (che sono davvero tanti nel Paese). Il suo obiettivo è quello di creare altri sindacati di lavoratori emarginati dal sistema. E tra i suoi programmi c’è anche una nuova esperienza reciproca tra islam e cristianesimo «un dialogo costante per costruire insieme cose importanti», dice Al-Deeb. Scrittrice, giornalista specializzata in analisi politica, vicedirettore del giornale nasseriano continuerà a difendere i diritti dei più poveri anche grazie all’organizzazione da lei fondata «tutti per uno».



La prima fase delle elezioni egiziane intanto, con l’obiettivo di eleggere l’Assemblea sciolta nel 2013 dopo la deposizione del presidente dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, e mai più convocata, è passata. Si è votato in 14 governatorati (Giza, Fayoum, Beni Suef, Minya, Asyut, New Valley, Sohag, Qena, Luxor, Aswan, Red Sea, Alexandria, Beheira e Matruh), mentre negli altri 13 si andrà alle urne il 22 e 23 novembre. Su un’assemblea di 596 rappresentanti, 448 seggi vengono assegnati a candidati individuali, altri 120 sono attribuiti alle liste di partito o di coalizione e 28 nominati direttamente dal presidente. I risultati preliminari, annunciati dalla Commissione Elettorale Suprema (SEC) il 31 ottobre (dopo il ballottaggio), hanno confermato in testa con 36 seggi la coalizione del magnate Naguib Sawiris, Per Amore dell’Egitto (Fi Hobb Misr). Si tratta del gruppo che sin dall’inizio della campagna elettorale era stata considerata la più accreditata molto vicina al presidente Abdel Fattah Al Sisi. La formazione è composta da vecchi ufficiali, uomini che hanno lavorato nei servizi segreti, intellettuali vicini ai militari. I risultati globali delle legislative verranno comunicati a dicembre.
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