Egitto, tre giornalisti di Al Jazeera condannati. Sono accusati di aver diffuso false informazioni

Egitto, tre giornalisti di Al Jazeera condannati. Sono accusati di aver diffuso false informazioni
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Sabato 29 Agosto 2015, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 08:42
Avevano diffuso false informazioni a favore dei Fratelli Musulmani e del deposto Presidente Mohamed Morsi e ora tre giornalisti di Al Jazeera, l'australiano Peter Greste, l'egiziano-canadese Mohamed Fahmi e il producer egiziano Baher Mohammed sono stati condannati in appello a 3 anni di carcere. La sentenza è stata emessa da un tribunale del Cairo ed è decisamente più morbida rispetto a quella dello scorso anno.



I giornalisti furono arrestati il 29 dicembre 2013 in un hotel dove soggiornavano capitale egiziana e il processo iniziò il 20 febbraio del 2014. Il 23 giugno dello scorso anno la Corte d'assise condannò Peter Grestie e Mohamed Fahmi a 7 anni di reclusione, mentre Mohamed Baher a 10 anni di prigione, perchè trovato in possesso, secondo l'accusa, di un proiettile.



La sentenza scatenò critiche e polemiche da parte di associazioni che difendono la libertà di stampa e attivisti per i diritti. Il 1 gennaio 2015 la Corte di Cassazione ha annullato il processo di giugno e ha disposto che venisse rifatto. Il primo febbraio 2015 le autorità egiziane hanno rilasciato l'australiano Greste e lo hanno espulso dal Paese. Gli altri due reporter furono poi scarcerati su cauzione, ma restano in regime di libertà vigilata.



Il commento

«La condanna a tre anni per i giornalisti di al Jazeera è una sentenza contro la libertà di stampa».
Lo ha affermato all'Ap, Amal Alamuddin Clooney, moglie della star Usa e legale del reporter Mohammed Fahmy. «Con la sentenza si invia un messaggio molto pericoloso in Egitto, che i giornalisti possono essere arrestati solamente perchè stanno facendo il loro lavoro e che in Egitto ci sono giudici che permettono che le loro aule diventino strumenti di repressione politica», ha detto Amal Alamuddin Clooney.