Marito e moglie, filippini, sono accusati di maltrattamenti in famiglia. Violenze e percosse ai figli con lesioni gravi. Li ha portati in aula del Tribunale dieci anni di sofferenze fisiche subite dalla loro figlia. Ma i giudici del Tribunale dei minori di Venezia ha tolto alla coppia anche gli altri tre figli. Non hanno più la patria potestà. I coniugi sono entrambi cinquantenni, sono regolari, abitano in città, ed hanno un lavoro.
Come si difendono i due orchi? Loro sostengono che non hanno mai maltrattato e picchiato i figli. Quello che facevano era per "ragioni punitive ed educative".
"Il padre per ragioni più futili e banali - si legge nelle accuse - picchiava sistematicamente la figlia utilizzando anche manici di scopa e cinture; in diverse occasioni le bruciava le nocchie delle dita delle mani o la base del collo con un cucchiaio arroventato sul fuoco, oppure la minacciava, dopo aver arroventato il cucchiaio, di bruciarle le parti intime; in un’occasione invece le infilava la mano dentro una padella posta sul fornello acceso; altre volte, per ragioni punitive e educative, la faceva denudare e le manipolava i genitali esterni; spesso, inoltre, sempre a scopi educativi, la costringeva a fare docce fredde anche d’inverno oppure le imponeva di mangiare fino a vomitare".