Dopo aver bloccato il traffico, si sono verificati i primi tafferugli con la polizia. Poi, dopo tre ore - con la zona interamente isolata - il corteo, a cui si sono aggiunti attivisti sociali, si è diretto nella piazza dove sorge il municipio. Lì gli scontri più duri: si contano per ora 4 feriti leggeri tra i manifestanti e 11 tra gli agenti di polizia, che ha usato anche granate assordanti e lacrimogeni nel tentativo di disperdere l'assembramento. I manifestanti hanno risposto lanciando contro la polizia - tra cui quella a cavallo - pietre, bottiglie di acqua e pezzi di legno. «I poliziotti violenti vadano in carcere», hanno scandito a lungo i dimostranti, riferendosi in particolare alle violenze subite la settimana scorsa da un soldato di origine etiope da parte di una coppia di agenti.
Le immagini dell'incidente, in apparenza innescato da un motivo banale, hanno destato un'ondata di indignazione sui social network. Gli agenti sono stati sospesi e rischiano di essere licenziati. Nel tentativo di calmare gli animi, il premier Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che già oggi riceverà una delegazione di esponenti della comunità, fra cui il soldato. Ma ciò, almeno per ora, non ha fermato le proteste che continuano a piazza Rabin e nelle vie adiacenti monitorate dall'alto dagli elicotteri. Giovedì passato anche Gerusalemme ha registrato violenti scontri tra polizia e ebrei etiopi che avevano indetto un sit-in di protesta davanti la residenza del primo ministro: in quella occasione 12 dimostranti e tre agenti sono rimasti feriti leggermente.