L’intervista Save the children: «Mai vista un’epidemia così veloce e aggressiva»

Rob MacGillivray
di Camilla Mozzetti
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Sabato 23 Agosto 2014, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 20:47
Ha dietro di s oltre vent’anni d'esperienza nella fornitura di aiuti sanitari nelle zone di quella parte di Africa colpita da conflitti ed epidemie. Ma una diffusione tanto veloce e dirompente, quale quella dell’Ebola, è la più grave cui abbia mai assistito». Rob MacGillivray, il direttore Emergenze umanitarie di Save the children, che da mesi è in Sierra Leone per lottare contro l’epidemia innescata dal micidiale virus, non nasconde la preoccupazione di fronte all'avanzata della malattia.



Professor MacGillivray, Save The children ha definito l'epidemia di Ebola come la più devastante degli ultimi anni, ci spiega le ragioni?

«È la più grave per l'altissima incidenza di mortalità che sta avendo tra la popolazione e per la velocità di trasmissione del virus. In un primo momento Ebola si era concentrato nei villaggi, ora iniziano a registrarsi, invece, dei casi anche nelle città».



Ravvisa la possibilità di una trasmissione dei virus in Europa, in Italia soprattutto, portata dai flussi migratori?

«Al momento è molto improbabile. Ciò che invece potrebbe preoccupare è il via vai del personale medico e infermieristico da paesi dell'Europa o degli Stati Uniti. Sono proprio gli intermediari, paradossalmente, che partono e tornano, a rappresentare l'unico anello che potrebbe unire soggetti malati e sani».



L'organizzazione per la quale lavora ha ravvisato in soli due mesi un alto tasso di mortalità infantile. Possiamo fare un bilancio?

«Il tasso di mortalità infantile finora calcolato è del 60% su circa 400 minori affetti nelle ultime settimane nei quattro Paesi in cui i focolai sono più resistenti. La febbre emorragica sta seriamente compromettendo la popolazione. I minori sono i soggetti che più facilmente contraggono il virus. Sia per le condizioni sanitarie e climatiche, che non permettono loro di sviluppare idonee difese immunitarie, sia per la trasmissione che avviene, ad esempio, tra madri e neonati. L'allattamento al seno è uno dei canali più pericolosi».



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