Ebola, l'Ue: «Rischio basso, ma mai abbassare la guardia»

Ebola, l'Ue: «Rischio basso, ma mai abbassare la guardia»
di Claudia Guasco
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Martedì 23 Settembre 2014, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 10:58
L'epidemia di Ebola una minaccia anche per l'Europa? "Il rischio rimane basso. Questo però non significa che dobbiamo essere compiacenti nei confronti della malattia. Non c'e' un pericolo imminente, ma è necessario restare vigili", avverte il commissario europeo Tonio Borg. A Milano, nel secondo giorno del vertice informale dei ministri della Sanità di Bruxelles, si affronta la minaccia Ebola.



L'allarme lanciato dall'Oms impone interventi urgenti e misure eccezionali: più di 20 mila persone saranno infettate dal virus nei prossimi due mesi se non si farà nulla per rafforzare le azioni di controllo dell'epidemia in Africa occidentale. Come avverte l'organizzazione: "Se non ci sarà alcun cambiamento nei piani per contenere la diffusione di Ebola, a novembre si conteranno 9.939 casi in Liberia, 5.925 in Guinea e 5.063 in Sierra Leone". Secondo i dati in possesso dell'Organizzazione mondiale della sanita' il virus ha gia' ucciso 2.793 pazienti su un totale di 5.762 persone contagiate. La Liberia è il Paese più colpito, con 1.578 morti su 3.022 casi, seguono la Guinea, dove sono stati registrati 623 decessi su 965 pazienti infettati, e la Sierra Leone con 584 morti su 1.753 ricoverati. I focolai in Senegal e Nigeria, segnalano gli esperti, sono invece "più contenuti" ma cio' non deve indurre all'ottimismo. Quella in atto è infatti la più grave epidemia di Ebola dall'identificazione del virus nel 1976, sI tratta di "una emergenza di sanità pubblica mondiale", afferma l'Oms.



Perciò Bruxelles mette a punto una strategia comune per risolvere le criticità. E' emersa in generale una difficolta nel trasporto, ovvero nel coordinare l'evacuazione dei pazienti europei dai paesi africani colpiti da Ebola", afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "Noi come Italia siamo in grado di assicurare il trasferimento dei nostri cittadini e abbiamo proposto di intervenire a livello comunitario realizzando strutture che permettano di curare in loco malati e operatori sanitari". Insomma, "oltre alle cifre stanziate dalla comunita' europea, l'Italia sta facendo la sua parte".
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