Ebola, massima allerta anche nel palazzo dell'Onu

Ebola, massima allerta anche nel palazzo dell'Onu
di Anna Guaita
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Giovedì 16 Ottobre 2014, 21:11
NEW YORK – Sono giorni di grandi appuntamenti e di grandi folle questi alle Nazioni Unite.

Diplomatici di ben 193 Paesi entrano ed escono dal Palazzo di Vetro, fra grandi strette di mano, abbracci e saluti. La 69esima Assemblea generale è stata inaugurata lo scorso 24 settemnbre e da allora c’è stato un fiume di impegni. Non c’è dubbio che l’Onu sia l’incrocio più affollato del mondo, e non deve stupire se – con estrema discrezione – il personale medico e di sicurezza abbia già dallo scorso marzo adottato un protocollo, più volte aggiornato, da seguire nel caso si verificasse “la necessità di valutare se un impiegato, un delegato o uno dei presenti ai vari meeting sia stato esposto al virus dell’ebola”. In un documento che l’ufficio stampa ha mostrato al Messaggero, si conferma che nel Palazzo c’è “una camera per l’isolamento” di eventuali casi sospetti. Si conferma anche che sia il personale medico che lavora all’Onu, sia il personale di sicurezza, “sono stati addestrati su come ragire davanti a un potenziale caso di infezione”.



In queste ore al palazzo di Vetro ci sono moltissimi diplomatici, perchè si sta rinnovando il Consiglio di Sicurezza. Proprio oggi sono stati eletti per il turno di due anni l’Angola, il Venezuela, la Malesia, la Spagna e la Nuova Zelanda, che prendono il posto dei cinque uscenti, Argentina, Australia, Lussemburgo, South Korea and Rwanda.



Ma a parte la folla internazionale che percorre i suoi corridoi, le Nazioni Unite sono esposte anche perché vari suoi dipendenti sono impegnati in loco, con la missione UNMEER (UN Mission for Ebola Emergency Response). Ognuno dei dipendenti Onu che torni dai paesi affetti dal virus viene sottoposto ai 21 giorni di osservazione, con misurazione della temperatura due volte al giorno e periodici controlli medici. Il Segretario Generale Ban Ki-moon ha ribadito che “L’ebola è un problema immenso e urgente al livello mondiale, e richiede una risposta urgente e immensa al livello mondiale”. Nel parlare alla stampa, ha lanciato un ennesimo accorato appello affinchè “i Paesi del mondo contribuiscano non solo a parole, ma con vero aiuto”.
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