Dodicenne spara alla sorella di 16 anni e la uccide, poi si suicida con un colpo alla testa

Kaitlin e Ethan Austin
di Federica Macagnone
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Domenica 12 Ottobre 2014, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 19:15

Ha preso l'arma del padre, l'ha puntata contro la sorellastra Kaitlin di 16 anni e ha fatto fuoco. Poi Ethan Austin, 12 anni, ha rivolto l'arma contro se stesso e si è ucciso con un colpo di pistola alla testa.

Sono stati ritrovati riversi a terra senza vita dal papà nella camera da letto della ragazza nella casa di famiglia di Kennewick, negli Stati Uniti. Una tragedia senza spiegazione e senza una ragione che possa tentare di restituire almeno la verità su quanto successo a una famiglia distrutta dal dolore.

L'arma usata era una pistola di proprietà di Drew Austin, padre di Ethan e patrigno di Kaitlin.

La pistola, trovata vicino ai corpi, era tenuta in una cassetta di sicurezza alla quale Ethan aveva accesso. Il ragazzino, che amava andare a caccia con il papà, era abituato a maneggiare le armi da quando i genitori gli avevano dato il via libera sotto la loro supervisione. Appassionato di escursionismo, scout amato dai compagni, non aveva mai dato segni di squilibrio e non era sotto la cura di alcun farmaco. Secondo la famiglia, i due fratelli non avevano mai avuto problemi e non discutevano mai.

Kaitlin, campionessa di softball della Kamiakin High School, è stata colpita più volte alla testa e al torace, mentre Ethan si è sparato un unico colpo di pistola alla testa. Adesso, a quattro mesi dalla tragedia, sono emersi tutti i dettagli di quello che è stato archiviato dagli investigatori come un omicidio-suicidio. Secondo la polizia i fratelli non stavano litigando e l'attacco non è stato premeditato. I ragazzi non avevano assunto droghe o alcool, secondo quanto è stato rivelato dal rapporto tossicologico.

«Ciò che ci lascia sconvolti è l'età delle vittime. Stiamo parlando di una buona famiglia che abita in un buon quartiere – ha dichiarato Scott Johnson, avvocato dei genitori - Niente potrà mai spiegare ciò che è accaduto. Per tutti erano dei bravi ragazzi»