I fatti sono avvenuti la sera di lunedì in un tranquillo quartiere residenziale di Denver, in Colorado. La gente del quartiere è stupefatta, e sostiene che il marito, il 47enne Richard Kirk, è un "bravo padre di famiglia, che va in chiesa e sta fuori dai guai". Tutti ricordano la donna come "una bella donna e una mamma affezionata". E molti si chiedono come mai i soccorritori non siano prontamente arrivati come invece succede nei telefilm. L'Associazione Nazionale degli Amministratori del 911, spiega che "non esiste un tempo medio", e che spesso il traffico o le condizioni climatiche giocano un ruolo drammatico nel ritardare i soccorsi. Ma alle nove e mezzo di sera di lunedì nella zona residenziale di Denver non c'era né cattivo tempo né traffico.
Il "dispatcher", cioé l'incaricato che alla consolle del 911 ha ricevuto la telefonata e ha dovuto valutare se si trattava di un'emergenza che richiedeva un'ambulanza o una pantera della polizia, ha fatto le giuste domande e ha subito capito che la situazione era pericolosa. La moglie ha spiegato che il marito doveva "aver mangiato delle foglie di marjuana" e stava "avendo delle allucinazioni". Ha aggiunto che i bambini erano spaventati e si erano nascosti, e che il marito stava andando a prendere la pistola, che era conservata sotto chiave in un mobiletto del secondo piano. Poi ha aggiunto che il marito, armato, le stava gridando di prendere la pistola e sparare a lui: "Sparami! uccidimi!" Poco dopo si sente effettivamente uno sparo. Da quel momento Kristine non parla più. La polizia la troverà due minuti più tardi, con una pallottola in testa, morta. E il marito confesserà spontaneamente. "L'ho uccisa io".