Denver, uccisa dal marito mentre al telefono chiede aiuto alla polizia

La casa dove è stata uccisa la donna (The Denver Post, RJ Sangosti - Ap)
di Anna Guaita
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Mercoledì 16 Aprile 2014, 22:31 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 21:02
NEW YORK - Nei gialli in tv, finisce sempre bene: la polizia arriva con le pistole spianate e salva tutti. Non andata cos per Kristine Kirk, uccisa dal marito con un colpo di pistola alla testa. Eppure Kristine aveva subito agito non appena si era resa conto che il marito stava perdendo la ragione: ha chiamato il 911, il numero delle emergenze. Ha detto che il marito parlava della "fine del mondo", che aveva preso la pistola dall'armadietto chiuso a chiave, che stava spaventando i bambini. Una tipica situazione che sta per degenerare in un atto di violenza. Ma la polizia ci ha impiegato 15 minuti ad arrivare a casa di Kristine. E l'ha trovata senza vita, il telefono ancora in mano. Il colpo fatale è stato sparato al tredicesimo minuto della telefonata disperata.



I fatti sono avvenuti la sera di lunedì in un tranquillo quartiere residenziale di Denver, in Colorado. La gente del quartiere è stupefatta, e sostiene che il marito, il 47enne Richard Kirk, è un "bravo padre di famiglia, che va in chiesa e sta fuori dai guai". Tutti ricordano la donna come "una bella donna e una mamma affezionata". E molti si chiedono come mai i soccorritori non siano prontamente arrivati come invece succede nei telefilm. L'Associazione Nazionale degli Amministratori del 911, spiega che "non esiste un tempo medio", e che spesso il traffico o le condizioni climatiche giocano un ruolo drammatico nel ritardare i soccorsi. Ma alle nove e mezzo di sera di lunedì nella zona residenziale di Denver non c'era né cattivo tempo né traffico.



Il "dispatcher", cioé l'incaricato che alla consolle del 911 ha ricevuto la telefonata e ha dovuto valutare se si trattava di un'emergenza che richiedeva un'ambulanza o una pantera della polizia, ha fatto le giuste domande e ha subito capito che la situazione era pericolosa. La moglie ha spiegato che il marito doveva "aver mangiato delle foglie di marjuana" e stava "avendo delle allucinazioni". Ha aggiunto che i bambini erano spaventati e si erano nascosti, e che il marito stava andando a prendere la pistola, che era conservata sotto chiave in un mobiletto del secondo piano. Poi ha aggiunto che il marito, armato, le stava gridando di prendere la pistola e sparare a lui: "Sparami! uccidimi!" Poco dopo si sente effettivamente uno sparo. Da quel momento Kristine non parla più. La polizia la troverà due minuti più tardi, con una pallottola in testa, morta. E il marito confesserà spontaneamente. "L'ho uccisa io".