Ebola, primo caso in Senegal. L'Europa studia le contromisure: vertice a Bruxelles

Ebola, primo caso in Senegal. L'Europa studia le contromisure: vertice a Bruxelles
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Venerdì 29 Agosto 2014, 15:09 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 22:27

L'Europa si prepara ad affrontare il virus Ebola, anche se il rischio che l'epidemia varchi i confini dell'Africa e approdi in Occidente, affermano le autorit Ue, in realt basso. Oggi l'emergenza sarà infatti affrontata dal Consiglio europeo, mentre La Farnesina ha definito un programma di interventi da circa 1,5 milioni di euro per contrastare l'epidemia in Africa. La Cooperazione italiana ha annunciato oggi di aver stanziato un contributo di 240.000 euro all'Oms per l'invio di medici, la fornitura di medicine e di attrezzature, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica e il coordinamento e supporto logistico delle attività. La Farnesina finanzierà inoltre l'invio di personale medico italiano specializzato, in particolare di professionalità provenienti dall'ospedale Spallanzani di Roma, e attraverso un apposito fondo, sosterrà le attività delle ong italiane nella Regione, in particolare in Sierra Leone. Il contributo si aggiunge a quello di 200.000 euro concesso ad aprile all'Oms per la realizzazione di attività in Guinea.

Gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità confermano infatti l'aggravarsi della situazione in Africa occidentale: i casi «probabili, confermati e sospetti», afferma oggi l'Oms, sono 3.052 con 1.546 decessi, e sempre oggi si registra una prima infezione da virus Ebola anche in Senegal. Si tratta di un giovane della Guinea che è stato messo in quarantena.

Dal Belgio è invece giunta la notizia di un primo caso sospetto: un collaboratore di Medici senza frontiere (Msf), rientrato da poco dall'Africa, si è sentito male a Bruxelles presentando febbre elevata. Visti i sintomi, è stato ricoverato e messo in quarantena: anche se i primi test hanno dato esito negativo, i sanitari hanno indicato che per essere completamente sicuri bisognerà aspettare un nuovo esame che sarà effettuato lunedì.

Insomma, il virus continua a fare vittime in Africa ma il timore che possa comunque 'avvicinarsì all'Europa resta concreto: per questo, i Paesi occidentali si stanno preparando a fronteggiare qualunque evenienza. Domani, ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, «il Consiglio europeo varerà il coordinamento di tutte le attività di prevenzione e di emergenza dei singoli Paesi europei. Serve un intervento dell'Oms sostenuto dall'Onu per mettere in sicurezza i confini dei Paesi africani colpiti e migliorarne le condizioni sanitarie». Tuttavia, ha rilevato in un'intervista al Messaggero, «rischi per l'Italia non ne vediamo». A confermare che c'è un «basso rischio di essere contagiati» nell'Ue e che è «molto improbabile che il virus raggiunga l'Europa» è anche il portavoce del commissario Ue alla salute Tonio Borg. Fonti Ue avvertono però che l'intera struttura dei paesi colpiti dal virus è messa in pericolo, dall'agricoltura al commercio al cibo.

Da qui l'invito a «maggiori finanziamenti» della comunità internazionale e a «non isolare» i paesi colpiti. Preoccupazione è stata espressa pure dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che sta lavorando al calcolo dell'impatto di Ebola in particolare sull'economia di tre paesi africani. Intanto, la scienza cerca un'arma per arginare il virus: partiranno negli Stati Uniti la prossima settimana i primi test su esseri umani sani del vaccino sperimentale GSK-Nih, nei laboratori dell'Istituto nazionale della salute Usa (Nih) a Bethesda. Nei prossimi giorni i test del vaccino cominceranno anche nel Regno Unito e in Gambia e nel Mali e si sta considerando la possibilità di ampliarli alla Nigeria. Gli esperti si aspettano di avere dati sufficienti già entro la fine dell'anno.

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