Foley, commando Usa tentò blitz per liberare il giornalista. «Isis voleva riscatto di 100 milioni»

James Foley prima di essere ucciso
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Giovedì 21 Agosto 2014, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 16:54
Con un blitz autorizzato dal presidente Obama, le forze speciali Usa hanno tentato all'inizio di luglio di liberare il giornalista James Foley e altri ostaggi americani detenuti in Siria dagli jihadisti dell'Isis, ma l'operazione non è andata a buon fine perchè gli ostaggi non erano nel luogo in cui il commando ha fatto irruzione. La rivelazione arriva direttamente dal Pentagono, all'indomani della diffusione del terribile filmato della decapitazione di Foley.



Il riscatto. Cento milioni di euro: questa la somma che sarebbe stata chiesta inizialmente dall'Isis alla famiglia di Foley e all'editore della sua testata, il Global Post, in cambio del rilascio del giornalista. Lo scrive il Wall Street Journal citando Phil Balboni direttore del giornale online per cui lavorava il giovane reporter. «Poi è arrivato il messaggio della scorsa settimana, e stavolta senza richieste», ha detto Balboni al quotidiano.




Il governo degli Stati Uniti comunque si sarebbe rifiutato di pagare il riscatto. È quanto sostiene il New York Times, in base alle informazioni ricevute da un famigliare di Foley e da un ex ostaggio che era stato prigioniero insieme a Foley.



Tentata operazione per liberare gli ostaggi. Gli Usa «di recente hanno condotto un'operazione per liberare ostaggi americani detenuti in Siria» dall'Isis, ha reso noto l'ammiraglio John Kirby, portavoce del dipartimento della Difesa. Ma «sfortunatamente - ha aggiunto - la missione non ha avuto successo. Gli ostaggi non erano presenti nel luogo preso di mira». All'operazione, ha quindi precisato, hanno partecipato forze aeree e terrestri.



Kirby non ha fornito dettagli, ma secondo quanto hanno detto alti funzionari dell'amministrazione citati in forma anonima dal Washington Post, all'operazione hanno partecipato decine di militari delle forze speciali, di quasi ogni arma, ed uno di loro è rimasto ferito nel corso di una feroce battaglia con i miliziani dell'Isis. Altre fonti di stampa affermano che il blitz è scattato il quattro luglio e che almeno cinque miliziani sono rimasti uccisi. Il blitz, hanno detto le fonti del Post, è stato tentato «questa estate», dopo che almeno sei ostaggi occidentali erano stati liberati dai militanti islamici ed erano stati contattati e interrogati dall'intelligence Usa.



«Il presidente ha autorizzato all'inizio dell'estate una operazione per tentare di liberare cittadini americani detenuti dall'Isis», ha detto un alto funzionario, aggiungendo che «avevamo una serie di informazioni di intelligence sufficienti per metterci in condizione di agire». I militari si sono mossi quindi «in modo davvero aggressivo e davvero veloce, ma purtroppo l'operazione alal fine non ha avuto successo perchè gli ostaggi non erano detenuti nel sito dell'operazione».



Si tratta della prima operazione militare condotta da forze Usa in Siria di cui si abbia notizia e, successivamente, la portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden, ha precisato che l'amministrazione non aveva alcuna intenzione di renderla nota. «Una ampia preoccupazione per la sicurezza degli ostaggi e per la sicurezza operativa rende imperativo che sia mantenuta la massima segretezza possibile» su azioni di questo tipo, ha affermato.
Ma «oggi siamo venuti allo scoperto quando oramai era chiaro che numerosi media si preparavano a riferire dell'operazione e che non avremmo avuto altra scelta che confermare» le notizie.
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