L'ascesa di Pegida, il movimento dei “patrioti europei anti-islam” su Facebook

Il logo di Pegida utilizzato come foto del profilo dalle pagine Facebook ufficiali e affiliate al movimento
di Giulia Aubry
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Mercoledì 4 Febbraio 2015, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 13:56
C’è un movimento che ogni volta che accade qualcosa di terribile a opera di organizzazioni o soggetti riconducibili ad ambienti islamici – dalla strage di Charlie Hebdo alla morte orribile del pilota giordano Muat al-Kaseasbeh – guadagna consensi e tantissimi click su Facebook.



Si tratta di Pegida (acronimo per Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, in italiano Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’occidente), il movimento anti-Islam nato a Dresda nell’ottobre del 2014, che ha portato oltre 20.000 persone in piazza in Germania e che si sta rapidamente diffondendo in tutta l’Europa, in Australia e negli Stati Uniti. Il movimento è salito agli onori delle cronache più che per i suoi desiderata politici anti-immigrazione, per la foto del suo fondatore, Lutz Bachmann, vestito da Adolf Hitler. L’immagine, diffusasi rapidamente sui social dopo i fatti di Parigi, ha costretto Bachmann a dimettersi da leader del movimento, seguito da altri membri del consiglio direttivo.



Nonostante le accuse di neo-nazismo e lo scandalo creato da questa vicenda, però l’ascesa di Pegida è continuata inesorabile, soprattutto in termini di rapidità nell’acquisizione di consensi. Se i numeri infatti sono ancora relativamente bassi (la pagina Facebook ufficiale in tedesco conta circa 160.000 likers, ma è in linea solo dal 29 dicembre dello scorso anno, poco più di un mese scarso), l’incremento quotidiano, soprattutto in coincidenza con eventi di particolare rilevanza, è tra i più impressionanti se comparato con altri movimenti con caratteristiche più pacifiche e dialoganti.



Anche le pagine locali – ufficiali, affiliate o di simpatizzanti – si stanno moltiplicando. Quelle in Gran Bretagna e in Austria contano più di 10.000 likers e sono in costante e rapida ascesa. Anche le pagine facenti capo ai gruppi locali dei “patrioti anti-islamisti” nella Repubblica Ceca e in Olanda stanno guadagnando terreno. Mentre negli Stati Uniti il movimento ufficiale annovera “solo” 2.620 likers e fatica ad affermarsi.

Ma il fenomeno Pegida non conosce davvero frontiere. A colpi di breaking news su ostaggi occidentali decapitati da Isis, attacchi in Francia, video agghiaccianti, denunce di presunti sospetti terroristi nelle principali città europee, questa generazione di autoproclamatisi “patrioti” con tendenze islamofobiche sta monopolizzando Facebook (che al momento non vi ravvede una natura razzista o violenta) con decine e decine di pagine aperte in Australia, Svezia, Scozia, Norvegia, Danimarca, Polonia, Spagna e così via. Ce ne sono anche di specifiche per singole città o regioni, la Vallonia per esempio, o anche Lipsia e Lione. Persino l’Islanda ha una pagina dedicata a Pegida (in rapporto con la popolazione è persino quella più di successo, ma comunque non raggiunge l’1%). E anche l’Italia.

La pagina italiana di Pegida è seguita da 2.201 likers che se la prendono, naturalmente, con gli immigrati, affonderebbero i barconi nel mediterraneo, criticano Renzi e il Pd, amano Putin e Papa Francesco (ma non sempre, sempre), vogliono uscire dall’Europa. Nei credits rimandano al sito tedesco. Alla fine la loro non è l’Europa di Bruxelles, ma è quella dei “veri patrioti”, come continuano a ripetere all’infinito. Un infinito che per adesso li pone più, però, come un fenomeno virtuale che non come una realtà di piazza. Visto che le recenti manifestazioni organizzate in Danimarca e in Austria hanno visto più poliziotti che manifestanti.

E intanto qualcuno ha aperto la pagina Facebook PegidaWatch, che si pone come un osservatorio sul movimento. al fine di contrastarlo e prevenirne una deriva che, dicono sulla pagina, potrebbe essere pericolosa se sottovalutata.