Alma Shalabayeva e la figlia oggi a Roma, la Bonino: «Un caso che mi bruciava»

Alma Shalabayeva
di Sara Menafra
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Venerdì 27 Dicembre 2013, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 12:26
Arriver a Roma questa mattina con un aereo di linea, Alma Shalabayeva. Ma rester poche ore per poi ripartire. Ora è finalmente libera di attraversare l’Europa la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, rimpatriata la scorsa primavera dopo le pressioni del governo kazako sul ministero dell’Interno.

E adesso vuole prima di tutto riabbracciare la figlia Madina, che risiede in Svizzera e che da lontano si è battuta per ottenere che la madre potesse nuovamente raggiungere l'Europa. Presto dovrà presentarsi anche negli uffici della procura di Roma che l'ha iscritta al registro degli indagati con l'accusa di possesso di documenti d'identità falsi: il pm Eugenio Albamonte che cura l'indagine assieme al procuratore capo Giuseppe Pignatone potrebbe convocarla per interrogarla formalmente, subito dopo le feste, entro gennaio.



La decisione di permettere alla donna e alla figlioletta di 6 anni di lasciare liberamente il Kazakistan è diventata ufficiale il 24 dicembre, con un comunicato del portavoce del ministro degli esteri centroasiatico, Zhanbolat Usenov: «Le autorità di polizia kazake hanno deciso di cambiare le misure cautelari per Alma Shalabayeva annullando il divieto di viaggiare al di fuori di Almaty (la città dove la donna risiede, ndr)», hanno scritto specificando che la decisione è stata presa in seguito alla richiesta della donna e a quella del ministro degli esteri italiano, Emma Bonino.



IL MINISTRO

E proprio ieri Bonino, in un’intervista al tg de La7, ha spiegato quanto il caso «sia bruciato», perché la Farnesina non «ha avuto responsabilità». «La legge italiana, per giusta o sbagliata che sia - ha aggiunto il ministro - come tutte le leggi dei paesi europei affida il controllo del territorio al ministero degli Interni: punto. La Farnesina, come in ogni altro paese, viene chiamata in causa solo se trattasi di diplomatici accreditati».

Bonino ha anche spiegato che «una volta appresa la notizia che la signora Shalabayeva aveva riacquistato la liberà, ha telefonato al ministro Alfano per avvertirlo, perché in questo caso, come giustamente dovrebbe essere, è stata avvertita prima la Farnesina». Proprio dall'ambasciata italiana Shalabayeva ha chiamato il ministro degli Esteri rivolgendo all'Italia grandissimi ringraziamenti per l'incisiva assistenza fornita per farle riacquistare la libertà di movimento. Dunque, Alma Shalabayeva, insieme con la piccola Alua, torna in Europa. Per ora in Italia anche se in futuro potrebbe decidere di risiedere altrove.



DUE FASCICOLI

Il suo ritorno nel nostro paese potrebbe chiarire i vari aspetti della sua espulsione rimasti ancora oscuri, sebbene la procura di Roma abbia aperto due fascicoli d'inchiesta, uno sui documenti falsi della donna e l'altro contro l'ambasciatore kazako e i funzionari dell'ambasciata.



IL BLITZ

È il 30 maggio, quando la Polizia italiana organizza un blitz a Casalpalocco per arrestare Mukhtar Ablyazov, dissidente politico kazako, tra i principali oppositori dell'eterno presidente Nursultan Nazarbayev. Nel corso dell'indagine amministrativa condotta dal capo della Polizia Alessandro Pansa nei mesi successivi, si saprà che il blitz è nato su richiesta esplicita dell'ambasciatore kazako ai più alti livelli del Viminale (su Ablyazov c'era anche una segnalazione Interpol).



IL RIMPATRIO

La cattura di Ablyazov sfuma, ma la moglie viene fermata e portata a Ponte Galeria. Da questo momento in avanti, il quadro è confuso: quel che è certo è che la donna e la bambina, con una procedura sorprendentemente rapida, nell'ambito di 36 ore vengono rimpatriate in Kazakistan a bordo di un volo privato, sebbene Alma abbia un permesso di soggiorno in area Schengen e tramite il suo avvocato Riccardo Olivo abbia chiesto immediatamente di presentare richiesta di asilo politico.
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