L'area di ricerche in mare del volo MH370 - scomparso l'8 marzo dello scorso anno con 239 persone a bordo - verrà estesa di altri 60mila chilometri quadrati nel caso in cui le ricerche attualmente in corso e destinate a
concludersi alla fine di maggio non portassero a risultati.
Ad annunciarlo a Kuala Lumpur il ministro dei Trasporti della Malesia, Liow Tiong Lai. La Malesia, l'Australia e la Cina sono «impegnate nelle ricerche», ha aggiunto il ministro dopo un incontro con i suoi
omologhi australiano e cinese.
La superficie ampliata coprirebbe tutta l'area considerata maggiormente probabile identificata dalle analisi degli esperti, informa un comunicato diffuso al termine di una riunione tra i ministri dei Traporti malese, Liow Tiong Lai, il vicepremier australiano, Warren Truss, e il responsabile cinese dei Trasporti, Yang Chuantang. Il volo scomparve dai radar poco più di un'ora dopo il decollo da Kuala Lumpur per Pechino: per motivi non chiariti si ritiene che si sia diretto verso sud invece che verso la capitale cinese fino a consumare tutto il carburante.