Era ossessionata da quelle immagini di efferata violenza, tanto da trascorrere intere serate a guardare gli agghiaccianti video delle esecuzioni che l'Isis pubblica costantemente on line.
Fino al giorno in cui, con le immagini di decapitazioni che si ripetevano in loop nella sua mente, ha deciso di uccidere la madre che la invitava a condurre una vita normale, lontana dall'uomo che giorno dopo giorno la stava spingendo verso la radicalizzazione.
A ottobre dello scorso anno Lisa Borch, 15 anni, e Bakhtiar Mohammed Abdulla, 29 anni, hanno assassinato Tina Römer Holtegaard nella sua casa di Kvissel, in Danimarca: oggi, a quasi un anno di distanza, sono stati condannati a una pena detentiva rispettivamente di 9 e 13 anni.
Lisa era diventata ossessionata dopo aver conosciuto un ragazzo musulmano: aveva cominciato a guardare i video pubblicati on line dai jihadisti rimanendo affascinata, in particolare, dalle esecuzioni degli ostaggi inglesi David Haines e Alan Henning.
Secondo il pubblico ministero i due avevano pianificato di fuggire in Siria e unirsi all'Isis, mentre l'ossessione di Lisa per la jihad è stata confermata dalla sorella gemella della ragazza, che era andata via di casa per i continui litigi tra la madre e la sorella. In tribunale Abdulla e Lisa hanno negato la loro relazione, dicendo di essere solo amici, e hanno scaricato reciprocamente la colpa del delitto l’una sull'altro, tentando di convincere i giudici di non essere direttamente responsabili delle 20 coltellate fatali.
«Si tratta di un omicidio a sangue freddo – ha detto il procuratore Karina Skou – C'era un piano tra i due per uccidere la madre della ragazza che continuava a scongiurare la figlia di allontanarsi da quell'ambiente. Il costante processo di radicalizzazione è stata la causa della morte della donna».
Anche se non è stato possibile stabilire chi effettivamente abbia sferrato le coltellate che hanno ucciso la signora Holtegaard, entrambi gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio: Lisa è stata condannata a 9 anni di carcere, mentre Abdulla dovrà prima scontare 13 anni dietro le sbarre e dopo verrà espulso dal Paese. Entrambi dovranno pagare circa oltre 50mila euro a titolo di risarcimento al marito della signora Holtergaard - patrigno di Lisa - alla sorella gemella e al fratello minore.