Yara, l'accusa: Bossetti quel giorno non andò a lavoro. La difesa: mai detto contrario

Massimo Bossetti
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Venerdì 12 Settembre 2014, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 15:50

​Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, quel 26 novembre del 2010 non and al lavoro.

La presunta bugia Il particolare, riportato oggi dal Corriere della Sera, emerge dalle relazioni di Sco e Ros, in base alle perizie tecniche eseguite e alle testimonianze raccolte. Un fatto che smentirebbe clamorosamente quanto da subito affermato dal muratore, che quel giorno aveva detto di essere andato in cantiere, a Palazzago (Bergamo) come sempre, e di essere passato da Brembate Sopra (Bergamo) solo per recarsi a casa (un altro particolare che sembrerebbe essere smentito dalle telecamere che hanno inquadrato il furgone del muratore).

Le indagini Gli investigatori sarebbero arrivati a questa conclusione incrociando i tabulati delle celle telefoniche con le testimonianze dei colleghi di lavoro e di altri residenti a Brembate Sopra (Bergamo).

La difesa: nessuna bugia Che Massimo Giuseppe Bossetti non fosse nel cantiere di Palazzago nel pomeriggio del 26 novembre del 2010, quando Yara scomparve, lo disse lo stesso Bossetti nel suo secondo interrogatorio davanti al pm Letizia Ruggeri. E questo, sottolinea uno dei suoi legali, Claudio Salvagni commentando notizie giornalistiche, dimostra la «sincerità» di Bossetti che, in quell'interrogatorio, descrisse nel dettaglio i suoi spostamenti di quel giorno. «Se davvero i tabulati dovessero dimostrare che Bossetti quel pomeriggio, non era al cantiere, dove era stato in mattinata, ma altrove - commenta Salvagni che è ancora in attesa delle analisi sui tabulati - il suo racconto sarebbe ancor più confermato».

Il muratore bergamasco, davanti al pm aveva raccontato di essere stato a lavorare a Palazzago in mattinata, di aver fatto quindi controllare il furgone da un meccanico, di essere stato da un falegname, dal suo commercialista e infine di essere tornato a casa. Un percorso che prevedeva il passaggio davanti alla palestra di Brembate di Sopra da cui scomparve la tredicenne che fu trovata uccisa tre mesi dopo a Chignolo d'Isola.

La scarcerazione Nei prossimi giorni i legali di Bossetti dovranno ripresentare l'istanza di scarcerazione per il loro assistito. Dovranno avere però cura di notificare l'atto anche ai legali della parte offesa: questo cavillo è infatti costato, oggi, l'immediato respingimento dell'istanza da parte del gip Ezia Maccora, che l'ha giudicata inammissibile dal punto di vista tecnico e non in merito ai contenuti.

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