Viterbo, calci e schiaffi agli anziani, agli arresti due donne titolari di una casa di riposo

Viterbo, calci e schiaffi agli anziani, agli arresti due donne titolari di una casa di riposo
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Martedì 26 Novembre 2013, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 11:08
VITERBO - Per mesi hanno maltrattato, picchiato, minacciato, ingiuriato e legato mani e piedi dieci anziani con gravi patologie neurologiche. Stamattina i carabinieri hanno messo fine alle sofferenze degli anziani arrestando una donna di 51 anni e la madre, di 70 anni: la prima era amministratrice della casa di riposo dove si trovavano gli anziani e la seconda era sua collaboratrice. Le due donne avevano messo in piedi una struttura a gestione famigliare, prendendo fondi pubblici senza avere all'interno nè le figure professionali adeguate, nè i requisiti necessari per lavorare come una Rsa.



Stamattina i militari del Nas e del comando provinciale di Viterbo hanno concluso l'operazione denominata «Barbarie», dopo una serie di indagini coordinate dal pm Renzo Petroselli, cui il gip Francesco Rigato ha concesso di procedere con le misure cautelari.. Madre e figlia - ora ai domiciliari - prendevano continuamente a schiaffi e pugni gli anziani. «Ma cosa stai facendo? Ma vai a morire ammazzato», dicevano agli ospiti della casa, per poi colpirli violentemente. «Ma sei deficiente?», li riprendevano, aggiungendo violenza fisica a quella verbale. A volte gli anziani venivano legati mani e piedi al tavolo, altre volte, solo perchè dormivano, venivano picchiati.



La segnalazione di quanto avveniva all'interno di quelle mura è arrivata da un collaboratore della struttura, cui è capitato di assistere a scene simili. «Quattro di questi dieci anziani - dice il tenente colonnello Giovanni Capasso, comandante del gruppo carabinieri per la tutela della salute di Roma - non sono autosufficienti. La violenza contro di loro si commenta da sola, fortunatamente qualcuno con un po' di coscienza c'è ancora e ha parlato». Gli accertamenti, insieme alla Ausl, erano partiti a fine aprile. Non per i maltrattamenti, ma per la mancanza delle necessarie autorizzazioni a lavorare come Rsa.



«La casa di riposo non è strutturata per questo, non ne ha i requisiti.
E neanche il personale è adeguato. Sul fronte delle violenze le indagini sono iniziate dopo l'estate e sono durate circa due mesi: i parenti non sospettavano nulla. Gli anziani - conclude Capasso - ora verranno trasferiti in una struttura idonea».






Madre e figlia - ora ai domiciliari - prendevano continuamente a schiaffi e pugni gli anziani. «Ma cosa stai facendo? Ma vai a morire ammazzato», dicevano agli ospiti della casa, per poi colpirli violentemente. «Ma sei deficiente?», li riprendevano, aggiungendo violenza fisica a quella verbale. A volte gli anziani venivano legati mani e piedi al tavolo, altre volte, solo perchè dormivano, venivano picchiati. La segnalazione di quanto avveniva all'interno di quelle mura è arrivata da un collaboratore della struttura, cui è capitato di assistere a scene simili. «Quattro di questi dieci anziani - dice il tenente colonnello Giovanni Capasso, comandante del gruppo carabinieri per la tutela della salute di Roma - non sono autosufficienti. La violenza contro di loro si commenta da sola, fortunatamente qualcuno con un pò di coscienza c'è ancora e ha parlato».



«Non consentiremo mai, ad alcuno, di ledere il rispetto e la dignità delle persone, che nelle strutture devono essere accudite garantendo i principi fondamentali del diritto alla salute». Lo dichiara il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che aggiunge: «L'operazione condotta a Viterbo dai Carabinieri del Nas conferma la straordinaria importanza della task force che ho istituito per il controllo sul funzionamento delle case di accoglienza per anziani e disabili».



«La nostra azione a tutela delle persone più fragili - assicura - sarà incessante grazie all'opera dei Carabinieri del Nas, che hanno già ispezionato oltre 1.000 case di cura e ai quali esprimo ancora una volta la mia gratitudine».
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