«Veronica Balsamo uccisa a tradimento dal fidanzatino 18enne»

«Veronica Balsamo uccisa a tradimento dal fidanzatino 18enne»
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Venerdì 3 Ottobre 2014, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 16:50

C' il massimo riserbo, stamani, a Sondrio, per la svolta nel caso di Veronica Balsamo, la 23enne trovata morta in un dirupo in Valtellina il 24 agosto. Secondo indiscrezioni, a portare al provvedimento di fermo dell'ex fidanzatino di 18 anni, Emanuela Casula, sarebbero stati gli esiti degli esami biologici del Ris che avrebbero confermato la presenza del sangue di lei su alcuni indumenti dell'indagato, e del sangue del chierichetto ferito (del cui tentato omicidio il 18enne è indiziato) e di quello dell'indagato su un cacciavite usato per il ferimento.

Le tracce di sangue Nei giorni successivi al ritrovamento del corpo di Veronica Balsamo in Procura erano stati aperti due fascicoli distinti per la morte di lei e il ferimento di Gianmario Lucchini, il 35enne chierichetto di Grosotto (Sondrio), raggiunto da diversi colpi di cacciavite. L'uomo, la cui casa si trovava lungo l'itinerario percorso dal giovane arrestato in auto quella notte, era stato colpito all'emitorace e a una tempia. Un ferimento avvenuto a breve distanza nello spazio e nel tempo dal luogo del ritrovamento del cadavere, che da subito aveva insospettito i carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio. Analogamente, le ferite trovate sul cadavere della ragazza, secondo gli anatomo-patologi, non erano compatibili con una breve caduta nel dirupo, un salto terminato dopo circa due-tre metri. Alla fine gli esami biologici si sono saldati al castello indiziario: sangue della ragazza è infatti stato trovato sui pantaloni di lui e sangue di lui e del chierichetto è stato trovato sul cacciavite.

La canottiera L'impronta di una scarpa del modello di quelle calzate da Casula, inoltre, è stata trovata sulla canottiera della cameriera all'altezza della spalla sinistra. La traccia è stata scoperta solo in un secondo momento, e l'ipotesi degli investigatori è che il ragazzo le ha sferrato un violento calcio per farla cadere nel dirupo, poi l'ha uccisa con un colpo di pietra alla testa e quindi l'ha rivestita con il maglione.

Le accuse Omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall'aver agito in luoghi e circostanze tali da ostacolare la difesa della vittima, occultamento di cadavere, tentato omicidio e furti. Sono queste le accuse della Procura di Sondrio che ieri hanno portato in carcere Emanuele Casula. Per i carabinieri del comando provinciale di Sondrio non fu un incidente, ma un delitto. La svolta nell'inchiesta del procuratore facente funzioni Elvira Antonelli e del sostituto Giacomo Puricelli è arrivata dopo che, nelle ultime ore, sono giunti a palazzo di giustizia i risultati completi della prima autopsia e degli esami condotti in laboratorio dal genetista di Milano, Marzio Capra, e dei carabinieri del Ris di Parma.

L'arresto I carabinieri del Nucleo investigativo di Sondrio hanno prelevato Casula nella sua abitazione e, in tarda serata, l'hanno condotto in carcere. C'era il timore che potesse fuggire nella vicina Svizzera, in quanto aveva saputo, tramite il suo avvocato Francesco Romualdi di Sondrio, l'esito delle perizie che lo inchiodavano.

La gelosia Il movente dell'omicidio deve ancora essere chiarito, ma qualche elemento si potrebbe dedurre dal racconto che aveva fatto lo stesso fidanzato nelle settimane scorse. Sembra infatti che quella sera tra i due fosse scoppiato un litigio perchè Veronica lo aveva rimproverato di corteggiare altre coetanee e di aver avuto di recente una relazione con un'altra. Non si esclude quindi che lui, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, l'avrebbe colpita con un violento calcio, facendola precipitare nel dirupo per poi raggiungerla lì e finirla con un colpo di pietra alla fronte.

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