Crolla la croce del Cristo dedicata a Wojtyla: in Valcamonica ragazzo disabile muore schiacciato

Nel riquadro Marco Gusmini (Foto dal quotidiano online Bergamonews)
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Giovedì 24 Aprile 2014, 16:34 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 14:05

Dramma in Valcamonica. Un giovane di 21 anni morto a Cevo,nel bresciano, schiacciato dal Cristo Redentore, la croce realizzata dall'artista Enrico Job in occasione della visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998.

La dinamica. Il ragazzo, Marco Gusmini, originario di Lovere nel Bergamasco (e per una tragica coincidenza residente in via Papa Giovanni XXIII), era in gita con amici dell'oratorio. Ad accompagnare il gruppo il curato don Cluadio Laffranchini in pellegrinaggio alla croce di Job in vista dell'imminente canonizzazione di Giovanni Paolo II. La scultura sarebbe improvvisamente crollata travolgendolo. La croce, spiega un sito della Vallecamonica, è stata realizzata su disegno di Enrico Job. È una trave curva, larga 72 cm e con profondità variabile dai 2 metri della base fino a 0,60 cm della cima. Raggiunge l'altezza di oltre 30 metri.

La vittima era affetta da una disabilità motoria. Ed è per questo che probabilmente non è riuscito a portarsi in salvo in tempo, come i suoi amici. Il giovane aveva avvertito degli scricchiolii, ma era convinto fosse il rumore del vento. Era invece la croce in legno che si è spezzata travolgendolo mentre gli altri riuscivano a mettersi in salvo. La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta affidata al sostituto procuratore Katy Bressanelli, bresciana proprio della Vallecamonica.

Era educatore all'oratorio Marco Gusmini. Viene descritto come un giovane allegro e vitale, tanto che il curato di Lovere, don Claudio Laffranchini, aveva deciso di affidargli questo ruolo. Un incarico che lo gratificava assieme a un gruppo consolidato di amici. Proprio grazie al suo carattere Marco aveva superato alcune difficoltà legate alla nascita prematura. Il giovane si occupava anche di assistere gli anziani in varie case di riposo della zona e stava seguendo un percorso di inserimento lavorativo.

Il sindaco di Cevo. «I ragazzi stavano facendo merenda e sono scappati in tutte le direzioni quando hanno sentito il rumore del legno che si spezzava: purtroppo quel giovane è andato nella direzione sbagliata», racconta il sindaco di Cevo, Silvio Cetrone che è subito corso sul luogo della tragedia. «Qui c'è un bell'anfiteatro oltre allo spiazzo erboso - ha spiegato il sindaco - è meta di gite e pellegrinaggi, mai ci saremmo aspettati un dramma del genere».

L'assessore regionale lombardo Beccalossi. «Una tragedia immane, che mi commuove e mi colpisce ancora di più perché avvenuta nella mia terra, in luoghi che conosco molto bene e che so quanto siano cari ai devoti». Lo afferma la bresciana Viviana Beccalossi, assessore regionale al territorio della Lombardia, commentando la notizia della morte del giovane a Cevo. «In situazioni come queste, purtroppo, non resta che stringersi intorno alla famiglia, ai cari e agli amici di questo sfortunato ragazzo, ai quali rivolgo le mie più sentite condoglianze».

La moglie dell'artista. «È una notizia che mi ha sconvolto. Penso a quel povero ragazzo e alla sua famiglia. Quella croce era un grande simbolo per il Paese, ma tutto questo viene molto dopo la vita del quel ragazzo». Lo dice Lina Wertmuller, interpellata dall'ANSA sul crollo del Cristo Redentore, la croce realizzata dall'artista Enrico Job, marito della regista morto nel 2008. «Era un'opera bellissima, un omaggio al Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Brescia - ricorda Wertmuller - Prima era nel campo sportivo, poi fu portata sulle Alpi, proprio perchè era diventata un simbolo per l'Italia. Mio marito ci teneva moltissimo». «Quella croce sembrava voler proteggere l'Italia - continua la regista -, ma ora tutto questo sembra sciocco di fronte a questa terribile tragedia». Si trattava di un'opera imponente che aveva bisogno di una particolare manutenzione? «Sicuramente, ma non saprei dire nulla di più su questo aspetto».

Annullati gli eventi per la canonizzazione. Saranno annullati a Cevo gli eventi previsti per domenica, giornata di canonizzazione di papa Roncalli e di Giovanni Paolo II. Lo ha detto il sindaco del comune, Silvio Citroni, che si è subito recato sul posto. A Cevo per domenica era stato organizzato un maxischermo e altre celebrazioni coinvolgendo parrocchie e oratori. Secondo quanto riferito dal sindaco la struttura veniva regolarmente controllata e l'ultima manutenzione era stata eseguita nel luglio scorso.

La scultura. Un monumento alla spiritualità, una struttura stagliata nel cielo come la prua di una imbarcazione simbolo della navigazione spirituale. Questo stava dietro l'idea della Croce del Cristo Redentore, conosciuta come la Croce del Papa, alta 30 metri e ideata da Enrico Job, artista e sceneggiatore teatrale, marito di Lina Wertmuller morto nel 2008. Il Cristo che vi è inchiodato è invece un'opera dello scultore Giovanni Gianese. Una scultura di 6 metri e 6 quintali di peso. Alla base la scritta 'Stat crux dum volvitur orbis'. La croce venne creata nel 1998 per la visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel centenario della nascita di Paolo VI e sistemata allo stadio Rigamonti, dove venne celebrata una messa. Nel 2005 venne portata sul Dosso dell'Androla a Cevo, 1200 metri di altezza, noto anche come il balcone della mezza Valcamonica. Da quella posizione la struttura dominava la vallata in un panorama mozzafiato e negli anni è diventato luogo di gite e pellegrinaggi. Come spiega il sito del comune di Cevo, la Croce era una trave curva a sezione 'a cassonè, larga 72,50 cm e con profondità variabile dai 2 metri della base fino a 0,60 cm della cima. In legno lamellare, si sviluppava in tre tronconi giuntati raggiungendo l'altezza di oltre 30 metri e alla base occupava 20 metri. Sempre secondo il sito la scultura era stata stabilizzata contro le raffiche di vento che spesso investono il Dosso dell'Androla. Non pare comunque che oggi fosse una giornata particolarmente ventosa. La statua del Cristo, abbozzato in polistirolo espanso, prima di essere trasportata a Cevo era stata completamente rifatta, divisa in quattro parti per permettere l'inserimento dell'armatura metallica, la traduzione in resina e il trasporto. Successivamente le cavità interne sono state riempite di poliuretano espanso per evitare deformazioni della superficie e infiltrazioni d'acqua.

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