Norman Atlantic, i morti salgono a 10. Si temono molti dispersi

Norman Atlantic, i morti salgono a 10. Si temono molti dispersi
6 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Dicembre 2014, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:38

Sono dieci i morti nel rogo della nave Norman Atlantic andata a fuoco domenica al largo dell'Albania. In salvo 427 persone, tra cui i membri dell'equipaggio (e due cani). Ma la stampa greca perla di 38 dispersi. Anche il comandante Argilio Giacomazzi ha lasciato il traghetto dopo essere rimasto solo a bordo insieme a quattro ufficiali della marina militare. Recuperati 8 corpi delle 10 vittime accertate, altri 2, informa un tweet della Marina Militare, sono ancora sul relitto.

Ancora 38 dispersi: è questo il bilancio provvisorio del naufragio secondo l'edizione online del settimanale greco To Vima, considerato tra i più autorevoli. «Non ci pronunciamo sulla questione dei dispersi: fare previsioni sul numero ci sembra assolutamente prematuro», hanno detto i ministri Lupi e Pinotti in conferenza stampa. «Il punto incerto è se c'è qualcuno che nelle fasi concitate della messa a mare della scialuppa, sia caduto in mare.

In maniera cautelativa ci siamo mossi partendo dalla lista ufficiale. Via via mentre procedevamo nei soccorsi andavamo affinando i nomi salvati confrontandoli con la lista dell'imbarco siamo arrivati a un quadro preciso».Tra i 427 salvati ci sono 56 membri dell'equipaggio, tra i quali 22 italiani. Tra i passeggeri, 234 greci, 54 turchi, 22 italiani, 22 albanesi, 18 tedeschi, 10 svizzeri e poi di altre nazionalità.

Naufraghi a bari. A Bari la nave mercantile Spirit of Piraeus, battente bandiera Singapore, con 49 naufraghi del traghetto, tra cui quattro bambini e due clandestini. A quanto si è appreso, stanno quasi tutti bene anche se infreddoliti e affamati, due le persone portate in ospedale. Altri 50 i naufraghi del traghetto Norman Atlantic ricoverati negli ospedali del Salento.

Hanno pianto e hanno abbracciato i soccorritori i 49 naufraghi giunti a Bari. Alla vista dei soccorritori saliti a bordo, in tanti hanno pianto e hanno ringraziato per aver avuto salva la vita. Lo ha riferito ai giornalisti il prefetto di Bari, Antonio Nunziante.

«Ho visto quattro persone morte, con i miei occhi, sono sicurissimo, erano davanti a me», ha detto ai giornalisti un uomo di nazionalità turca, appena sceso dalla nave mercantile che lo ha portato, insieme con altri 48 naufraghi del traghetto Norman Atlantic, nel porto di Bari. La notizia è stata confermata dal governo greco e poi anche dal premier Matteo renzi che ha parlato di 5 morti. «Sulla lancia - ha raccontato il naufrago ai giornalisti - avevamo quattro morti, due uomini e due donne, credo, perché al buio non si vedeva bene».

«Molta gente è caduta in mare purtroppo. Ho visto anche una decina di persone che erano a bordo di una lancia che poi sono finite in mare e non so proprio che fine abbiano fatto», ha continuato l'uomo. «Sentivamo urlare "fire, fire", fuoco fuoco e in cinque minuti - dice l'uomo - tutta la nave era a fuoco. Era buio e c'era molto fumo. C'è stato poco da fare: molta gente è svenuta, siamo rimasti isolati». L'uomo sarebbe dovuto andare a Roma dove avrebbe trascorso il Capodanno insieme con amici.

Le fiamme sono partite dai garage della nave. «Bruceremo come topi, siamo in pericolo e non so quanto resisteremo», è stato il drammatico racconto di chi è ancora sul ponte della nave. L'incubo inizia alle 4.30 del mattino a una ventina di miglia dalle coste dell'Albania: il traghetto, di proprietà della società armatrice Visemar di navigazione, era partito da Patrasso e, dopo una sosta ad Igoumenitsa, era atteso ad Ancona alle 17 di domenica.

Sul traghetto, lungo circa 180 metri, quando è scoppiato l'incendio c'erano 478 persone, di cui 422 passeggeri e 56 membri dell'equipaggio. 44 italiani - tra cui il comandante Argilio Giacomazzi - 54 turchi, 22 albanesi, 18 tedeschi. E poi ancora francesi, svizzeri, russi, bulgari, siriani, afghani e soprattutto greci, che sono quasi la metà di quelli che si trovano sul traghetto. Un black out ha impedito di mettere in mare le scialuppe di salvataggio.

Le vittime. Georghios Doulis è morto mentre cercava di raggiungere una scialuppa di salvataggio. Il suo corpo è stato recuperato e trasferito con una motovedetta a Brindisi dove sono stati portati anche i 4 feriti più gravi, due che erano a bordo della nave, un aerosoccorritore della Marina e un militare delle Capitanerie di Porto. Sul cadavere arrivato a Brindisi c'è però un giallo.

La Norman Atlantic, che può ospitare fino a 836 passeggeri e circa 250 auto, era stata noleggiata a dicembre dalla compagnia greca Anek Lines per sostituire la nave Ellenic Spirit, attualmente in manutenzione, per il collegamento Venezia- Igoumenitsa-Patrasso: il contratto sarebbe scaduto a metà gennaio. Cosa abbia scatenato le fiamme saranno le inchieste a chiarirlo; forse un corto circuito, forse un problema a uno dei 128 camion nel garage, alcuni carichi d'olio.

«Nave troppo carica». Secondo alcuni camionisti il traghetto era sovraccarico e la «parte alta dei mezzi pesanti faceva attrito con il soffitto del garage, può essere che una scintilla sia partita da lì». E sarà sempre l'inchiesta a chiarire se vi siano state delle carenze alle porte tagliafuoco: un'ispezione effettuata 10 giorni fa dall'organizzazione internazionale Paris Mou aveva evidenziato un «malfunzionamento» proprio delle strutture che devono impedire alle fiamme di propagarsi. Ma l'armatore della nave, Carlo Visentini, smentisce: «il problema c'era ma è stato subito risolto. Il traghetto era pienamente funzionante».

L'incendio. Fatto sta che l'incendio si è propagato molto velocemente raggiungendo i ponti superiori. Il traghetto è diventato immediatamente ingovernabile e il comandante ha dichiarato l'abbandono nave. Nonostante questo da bordo sono riusciti a calare una sola scialuppa, con cui sono state messe in salvo una quarantina di persone. L'equipaggio sarebbe anche riuscito a contenere il fuoco al ponte 5, ma le altissime temperature e soprattutto il fumo denso rischiano di trasformare il traghetto in una bara d'acciaio per centinaia di persone.

L'inchiesta. Aperte due inchieste da parte della procura di Bari e di quella di Brindisi, per naufragio colposo. Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe ha precisato che si tratta di una prima configurazione di reato. Volpe ha precisato che «si stanno acquisendo i primi dati tecnici ascoltando i naufraghi e i soccorritori» e poi si valuterà con la procura di Lecce «la configurazione definitiva dell'ipotesi di reato e la competenza territoriale».

Il relitto. La Visemar di Navigazione, società armatrice del Norman Atlantic, ha incaricato la società olandese Smit, specializzata in salvataggio navale, delle operazioni per il recupero del relitto che si trova ad alcune miglia dalla costa italiana.

L'armatore: certo efficienza nave. «La società confida nel lavoro delle autorità investigative - ha detto l'armatore Carlo Visentini - che dovranno trovare le esatte cause dell'incidente, ma è certa della piena efficienza della nave, una nave di recente costruzione, con tutte le certificazioni necessarie ad operare». Così l'ammiraglio Carlone a P.Chigi: «La nave era stata ispezionate il 19 dicembre a Patrasso: erano state riscontrate 6 deficienze di cui 2 immediatamente risolte» e comunque «senza rilevanza» nell'incendio. «Per le altre 4 era stata prescritta la soluzione in 14 giorni. La nave era pienamente efficiente, rispondeva a tutti i requisiti».

Soccorsi difficili. A rendere ancora più difficili i soccorsi, coordinati dall'Italia, anche le condizioni meteo proibitive. Per tutta la mattina di domenica il mare forza 7-8 ha alzato onde di oltre cinque metri, rendendo impossibile qualsiasi manovra di avvicinamento alla nave in fiamme. Nel pomeriggio le condizioni sono leggermente migliorate ma il vento di 35-40 nodi e la visibilità scarsa ha costretto i soccorritori ad operare solo con gli elicotteri. I velivoli della Marina, dell'Aeronautica e della Guardia Costiera italiana, per tutto il giorno hanno così fatto la spola tra il traghetto e le navi presenti in zona: quelle italiane, quelle greche e albanesi e i mercantili dirottati in zona.