Torino, scontri al cotreo anti-Lega. Salvini: «Clima indegno»

Torino, scontri al cotreo anti-Lega. Salvini: «Clima indegno»
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Domenica 29 Marzo 2015, 00:33 - Ultimo aggiornamento: 00:34

Un arresto, cinque denunce, un dimostrante in ospedale, una passante che si infortuna nel trambusto. A Torino ci sono i leader della Lega Nord e in città divampa la protesta dei network autonomi e antirazzisti: in trecento tentano di avvicinarsi a piazza Solferino, teatro dell'evento targato Carroccio, e vengono respinti da una breve ma decisa carica della polizia. Poi, per interminabili minuti, i manifestanti lanciano uova e bombe carta e la polizia risponde con lacrimogeni che si disperdono per le strade affollate.

«È triste - dice Matteo Salvini - manifestare protetti da grate di ferro e cordoni delle forze dell'ordine per colpa di gruppuscoli coccolati dalla sinistra. È indegno e mi spiace che questo accada soprattutto a Torino.

Non capisco perchè qui sia sempre così. Chi amministra questa città dovrebbe vergognarsi». Il centro storico della città, dopo l'annuncio del corteo #maiconsalvini, è stato blindato: camionette di polizia, carabinieri e guardia di finanza, barriere per bloccare le vie di accesso a piazza Solferino, seicento uomini schierati. «Il messaggio - commenta l'esponente di un centro sociale - è arrivato. Leghisti e fascisti, come abbiamo già dimostrato in altre occasioni, non sono i benvenuti. La nostra è un'iniziativa per informare e coinvolgere la cittadinanza: non siamo guerriglieri, non facciamo pazzie, operiamo a volto scoperto perchè tutti sappiano».

La manifestazione della Lega, cui ha preso parte una nutrita rappresentanza di Casa Pound, era intitolata #chiamparinoacasa: una richiesta di dimissioni del presidente della Regione (il quale, insieme a Matteo Renzi e al sindaco Piero Fassino, viene bersagliato di critiche e slogan anche dal corteo antagonista). «Siamo convinti - dice Salvini - che in Piemonte si voterà in autunno. Per ora siamo concentrati sulle elezioni di primavera: e in Veneto siamo ottimisti». Il leader leghista, naturalmente, viene chiamato ad esprimersi su temi di respiro nazionale.

Landini? «Lui e Renzi sono due facce della stessa medaglia bacata, che porta gli italiani a perdere. Sostengono una immigrazione senza controllo e l'Europa che ci sta affamando». Il Jobs Act? «Stiamo valutando un referendum per abbatterlo». La riforma della Rai? «È diventata Telerenzi. Ha tolto i partiti e la comanda lui». Quanto a Berlusconi, smentisce le notizie su una telefonata: «Dicono tutti che siamo sempre sul punto di incontrarci. Ma io non l'ho sentito. Nè oggi nè in questi giorni».

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