Tassista preso a bottigliate da passante
fermato l'aggressore: «Mi spiace»

Alfredo Famoso (Foto Ansa)
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Lunedì 24 Febbraio 2014, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:56
Meno di duecento metri. la distanza che separa il punto dove ha battuto la testa il tassista 68enne Alfredo Famoso, dalla casa del suo aggressore, D.G.R., un consulente informatico di 48 anni fermato a Milano per tentato omicidio. Il primo in via Morgagni 40, l'altro in via Plinio 16, da dove, nel pomeriggio, mentre gli agenti lo portavano via, il 48enne si è coperto il volto con un cappuccio nero per non farsi riprendere dalle telecamere. In casa c'era la compagna di 37 anni, incinta all'ottavo mese, che ha avuto un malore che ha reso necessario l'intervento dei paramedici. Niente di preoccupante, solo un abbassamento di pressione.



Secondo alcuni testimoni ieri sera erano assieme, stavano attraversando la strada sulle strisce di via Morgagni al ritorno dal supermercato, quando è scoppiata la lite con il tassista per una precedenza negata. Nella ricostruzione mancano ancora dei passaggi, ma per ora gli investigatori lavorano su questa dinamica: Famoso guidava una Toyota Prius (auto molto silenziosa), all'altezza delle strisce avrebbe frenato bruscamente per non travolgere la coppia, e per lo spavento l'uomo ha scagliato contro la vettura una confezione di acqua che aveva comprato poco prima.



Famoso è sceso con tono alterato e l'altro lo ha colpito alla testa con una bottiglia da un litro e mezzo (ritrovata poi in casa ancora con l'ammaccatura evidente). Il tassista ha perso l'equilibrio, ha urtato contro un'auto in sosta e infine è caduto sull'asfalto. I testimoni hanno detto che «sembrava stesse dormendo».



Intanto la coppia si è allontanata verso casa. Il titolare del ristorante Alba D'Oro, che si trova proprio davanti al luogo della lite, ha raccontato: «Li ho visti andare verso via Plinio, lui aveva due sacchetti bianchi con la spesa». Il consulente avrebbe detto di voler tornare più tardi sul posto, ma così non è stato. Partendo dall'assunto che se avevano la spesa dovevano abitare in zona, gli agenti hanno raccolto informazioni «porta a porta» fino a quando hanno individuato il loro appartamento. Ma erano usciti.



Li hanno incrociati poco dopo a qualche civico di distanza, li hanno accompagnati a casa, e infine hanno portato l'uomo in questura. Agli agenti ha detto solo «sono dispiaciuto per quanto accaduto». Il tassista è stato operato d'urgenza all'ospedale Niguarda già in serata ma le sue condizioni sono apparse da subito molto gravi.



Stamattina il figlio Federico ha postato scritto questo messaggio: «Colleghi, amici, mio papà è morto. È tenuto in vita da una macchina ma aspettano di toglierla. Scusate se ho scritto su Facebook, vi chiedo scusa ma sono distrutto dal dolore. Me l'hanno ucciso per una lite con un pedone, fate una preghiera per papà». Dall'ospedale precisano che Famoso è ancora in vita (motivo per il quale il reato contestato è tentato omicidio) ma per i parenti si tratta di tecnicismi. «I medici mi hanno spiegato che ormai non c'è più nulla da fare - ha raccontato all'ANSA Andrea Famoso, il fratello di 72 anni, parlando al passato - È tutto incredibile. E dire che è sempre stato prudente, al punto che se ci volevano due minuti per raggiungere un cliente, lui ne annunciava 4 per evitare di correre. Era molto professionale e poi gli piaceva moltissimo il suo lavoro. Alfredo è più giovane di me ma ha più anni di lavoro. Ha iniziato 37 anni fa, prima faceva l'autista per la Sio di Sesto San Giovanni. Anche io ero tassista, ho smesso a maggio perchè c'erano troppe tasse da pagare. Dovevate vederlo: alto, biondo, con gli occhi azzurri. Sembrava Paul Newman, tutte le ragazze cadevano ai suoi piedi».
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