Tangenti a Ischia, un dirigente coop chiama in causa D'Alema. Due bonifici per acquistare libri di Treminti

Tangenti a Ischia, un dirigente coop chiama in causa D'Alema. Due bonifici per acquistare libri di Treminti
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Lunedì 30 Marzo 2015, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 13:29
In una delle intercettazioni agli atti dell'inchiesta sulle tangenti a Ischia, Francesco Simone, dirigente della CPL arrestato, chiama in causa Massimo D'Alema sottolineando la necessità di «investire negli Italiani Europei dove D'Alema sta per diventare Commissario Europeo» in quanto «...D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose».



Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Amelia Primavera sottolinea, tra l'altro, che «per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla CPL Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l'esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa CPL Concordia, che è tra le più antiche cosiddette 'cooperative rossè, ovvero l'On. Massimo D'Alema». L'intercettazione ambientale in cui Francesco Simone parla di D'Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, risale all'11 marzo 2014. Per il gip questa conversazione «appare di estremo rilievo», «oltre che per il riferimento a D'Alema» e «ad alcuni appartenenti alle forze di polizia», anche «per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le Istituzioni loro referenti, operando la netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani, 'mettono le mani nella merdà e quelli che non le mettono, distinzione che appunto dice tutto a proposito del modus operandi della CPL e dei suoi uomini». Secondo il giudice, il termine «investire» utilizzato da Simone («...investire negli Italiani europei...») «rende più che mai l'idea dell'approccio di Simone e della Concordia rispetto a tale mondo». In un passaggio successivo e relativo ad un'altra vicenda Simone afferma, «in riferimento sempre alla quota associativa da pagare ad un'altra fondazione (della quale , per ragioni investigative, si omette la denominazione): '...dobbiamo pagarlo perchè ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento..'».



Massimo D'Alema. «Certamente ho rapporti con CPL Concordia» ma «è un rapporto del tutto trasparente, che non ha comportato nè la richiesta da parte loro nè la messa in opera da parte mia di illeciti di nessun genere». «Non ho avuto alcun regalo» e «nessun beneficio personale». Così Massimo D'Alema, in relazione all'inchiesta della procura di Napoli. «Certamente ho rapporti con CPL Concordia, per cui tenni anche una conferenza in occasione della sua assemblea annuale.
Ho rapporti con CPL come con altre cooperative e aziende private», dichiara ancora il presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D'Alema. «Dalla CPL non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l'acquisto di 2000 bottiglie di vino in tre anni come un 'mega ordinè, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Quanto ai libri - prosegue D'Alema - nessun beneficio personale, ma un'attività editoriale legittima, che rientra nel normale e quotidiano lavoro della Fondazione Italianieuropei. Inoltre, i libri furono acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei, alla quale fui invitato dal sindaco di Ischia, che era candidato del Pd». «Do mandato all'avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede», conclude.




Due bonifici della coop per acquistio libri di Tremonti. Il 20 novembre 2014, in una perquisizione presso la CPL Concordia (la stessa durante la quale sono stati trovati dei bonifici in favore della fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema) gli investigatori che indagano sulle presunte tangenti ad Ischia hanno recuperato anche due fatture per l'acquisto da parte della CPL di due diversi libri scritti dall'ex ministro Giulio Tremonti, rispettivamente di 7.440 e 4.464 euro. È quanto si legge negli atti dell'inchiesta.
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