Ischia, appalti e tangenti: il sindaco Ferrandino si dimette dopo arresto

Ischia, appalti e tangenti: il sindaco Ferrandino si dimette dopo arresto
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Martedì 31 Marzo 2015, 17:36 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 19:01

Giosi Ferrandino, arrestato ieri per l'inchiesta sulle presunte tangenti legate alla metanizzazione, si è dimesso da sindaco di Ischia.

L'atto è stato formalmente presentato pochi minuti fa al municipio di Ischia dal suo difensore, l'avvocato Genny Tortora. L'avvocato è giunto da Napoli per la formalizzazione del documento scritto di proprio pugno da Ferrandino, detenuto da ieri mattina nel carcere di Poggioreale. Il documento è stato appena inviato anche al prefetto di Napoli.

Intanto il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha chiesto al procuratore di Napoli gli atti sull'inchiesta di Ischia. «Abbiamo chiesto gli atti ufficialmente al procuratore della Repubblica di Napoli per capire se ci siano appalti che possono essere commissariati - ha spiegato Cantone - verificheremo, prima dobbiamo leggere gli atti».

Intanto, l'indagine si articola sul filone dei finanziamenti del gruppo CPL al mondo oplitico -istituzionale. «..Dobbiamo pagarlo perchè ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento..».

Lo dice Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali di CPL, finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta di Napoli, facendo riferimento alla «quota associativa» da pagare ad una fondazione di cui nelle carte dell'inchiesta non viene fatto il nome «per ragioni investigative».

L'intercettazione in questione è quella in cui Simone, l'11 marzo 2014, parla con l'altro dirigente della cooperativa Nicola Verrini e nella quale c'è anche il riferimento, ormai noto, relativo a Massimo D'Alema e alla sua fondazione ItalianiEuropei. La conversazione è coperta da omissis e questo perchè, spiega il giudice, contiene «il riferimento a soggetti o a circostanze e fatti ancora oggetto di indagini e approfondimenti».

Tra questi, secondo quanto si è appreso, proprio la natura del finanziamento da parte della CPL alla fondazione di cui non viene fatto il nome. «...se

«Non è che sono contrario a priori perchè sono ventimila euro, io ho il senso del denaro, c'ho cinque figli», dice il responsabile delle relazioni istituzionali di CPL. Secondo il giudice, questo colloquio - anche se non attinente in modo specifico ai fatti di Ischia - va comunque citato nell'ordinanza perchè «il tenore e il contenuto della conversazione appaiono fondamentali anche per la valutazione delle esigenze cautelari, e in particolare della pericolosità sociale dei protagonisti della vicenda, rappresentando lo 'specchiò della strategia aziendale di tale cooperativa, con particolare riferimento ai rapporti e alle relazioni 'patologichè esistenti tra gli uomini espressione di tale cooperativa da una parte ed esponenti politici (e più in generale della pubblica amministrazione)» dall'altra, «rapporti sovente 'schermatì attraverso triangolazioni con fondazioni varie e di varia natura».

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