Lorenzo Claris Appiani, il giovane avvocato ucciso ieri nella strage nel tribunale di Milano, «è morto perché non è stato una marionetta nelle mani dei clienti, perché sin dal giuramento aveva imparato il principio che bisogna fare ciò che è giusto per il cliente». A dirlo è la madre del giovane, Alberta Brambilla Pisoni.
«Mio figlio aveva talento, era il più grande civilista che ho mai conosciuto, e lo dico non perché è morto ma perché lo dicevano tutti quelli che ha incontrato», ricorda la donna che ha partecipato alla commemorazione organizzata stamani dagli avvocati al Palazzo di giustizia.
Durante la cerimonia si è svolto anche il giuramento dei nuovi avvocati, con la mente rivolta verso la morte del collega, ucciso a colpi di pistola insieme al giudice Fernando Ciampi e a Giorgio Erba, coimputato di Giardiello. «Non ho mai pensato che nel diritto ci potesse essere il talento come nella musica o nella letteratura, poi però vedendo man mano quello che tirava fuori mio figlio Lorenzo ho capito che non esisteva solo lo studio, il tecnicismo, ma anche il talento giuridico», ha spiegato ancora la donna.
«Appena laureato era venuto in studio da noi e come primo atto aveva scritto un ricorso per Cassazione ed era buona la prima - ha raccontato -, lo abbiamo inviato come lo aveva scritto.