Strage al Bardo, le indagini escludono scambio di persona: è Touil il ricercato da Tunisi

Strage al Bardo, le indagini escludono scambio di persona: è Touil il ricercato da Tunisi
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Domenica 24 Maggio 2015, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 15:05

Nessuno scambio di persona. Dopo giorni di indagini, inquirenti e investigatori di Milano, grazie anche a ulteriori scambi di informazioni con Tunisi, sono certi che Abdel Majid Touil, il marocchino arrestato martedì scorso per la strage al museo del Bardo, è l'uomo indicato nel mandato di cattura trasmesso dalle autorità tunisine.

Nelle ore successive all'arresto qualche dubbio era sorto non solo perchè inizialmente Touil era stato indicato come uno dei componenti del commando che il 18 marzo ha ucciso 24 persone, tra cui 4 italiani, e ne ha ferite 45 mentre dagli accertamenti di Digos e Ros risultava in Italia, ma anche da una foto del presunto terrorista diversa dal volto del 22enne pubblicata su un sito tunisino.

Ora invece dopo una serie di ulteriori approfondimenti, Procura e polizia giudiziaria sono arrivate alla conclusione che non c'è stato alcun errore e che, quindi, il 22enne bloccato a Gaggiano, è proprio il ricercato di cui il governo tunisino chiede l'estradizione con l'accusa, chiarita solo in un secondo momento, di aver fornito il supporto logistico alla cellula terroristica.

A comprovare che non si è verificato alcuno scambio di persona ci sarebbero anche alcuni documenti trasmessi a inquirenti e investigatori milanesi da Tunisi. Tra questi anche il numero del passaporto, di cui ora esiste la denuncia di smarrimento, che Touil avrebbe usato per arrivare dal Marocco in Tunisia in aereo, prima di varcare il confine con la Libia e imbarcarsi alla volta della Sicilia per poi raggiungere i suoi familiari nel paese alle porte di Milano. Inoltre, ad allontanare i dubbi, ci sarebbe l'intervista del portavoce del ministero dell'Interno di Tunisia, Mohamed Ali Aroui che ha assicurato di essere certo della colpevolezza di Touil. «Sono stati gli altri arrestati a parlare di lui e dell'altro marocchino - ha spiegato -. I marocchini erano in due, uno è lui e l'abbiamo arrestato, l'altro è ricercato». Intanto le indagini milanesi proseguono, anche in collaborazione con la Procura di Roma dove è aperto un fascicolo per la morte dei 4 italiani, con l'analisi delle 2 pen drive, del cellulare e delle schede sim sequestrate al marocchino, con l'obiettivo, tra l'altro di arrivare a ricostruire la sua rete di rapporti in Italia e nei paesi del Nord Africa ed eventuali contatti con esponenti dell'integralismo jihadista.

Decisivo si prospetta lo scambio di informazione Italia-Tunisia e l'arrivo delle carte delle indagini delle autorità tunisine secondo le quali Touil sarebbe coinvolto nell'attentato. Carte che serviranno anche al marocchino, da ieri in una cella di alta sicurezza ad Opera, per presentare, tramite il suo difensore, alla quinta corte d'appello di Milano, competente in materia di arresti internazionali ai fini dell'estradizione, una richiesta di revoca dell'arresto nella speranza che i giudici credano a quanto lui va dicendo da giorni: «c'è stato un errore, uno scambio di persona. Non ho fatto nulla».

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