Spazio, primato italiano: a Colleferro
saranno costruiti dieci razzi Vega

Il razzo lanciasatelliti Vega
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 22:47
Festa grande a Colleferro, dove in silenzio “quelli” di Avio Spazio continuano a vincere battaglie planetarie per mantenere l'Italia nel ristrettissimo club dei paesi in grado di produrre affidabili e convenienti razzi lancia-satelliti. La maxicommessa a cui brindare nello stabilmento del futuro in provincia di Roma riguarda la costruzione di ben 10 razzi Vega. Razzi che portano in orbita satelliti senza i quali – non ce lo ricordiamo mai abbastanza - diventeremmo ciechi e sordi, privati della maggior parte delle telecomunicazioni.



Arianespace e Elv - società del gruppo Avio e Asi - hanno siglato al ministero dell'Istruzione un contratto per la realizzazione di 10 lanciatori Vettore europeo di generazione avanzata. Alla firma dell'accordo erano presenti oltre al ministro Stefania Giannini, Stèphane Israel, direttore generale di Arianespace e Pierluigi Pirrelli, direttore generale di Elv, il neoambasciatore di Francia in Italia, Catherine Colonna, e il presidente dell'Asi Roberto Battiston. Un contratto da 257 milioni che permette al progetto Vega, protagonista di tre lanci perfetti, di entrare definitivamente nel mercato dei lanciatori con un mezzo competitivo sotto ogni punto di vista: costi, qualità, flessibilità.



Il maxi contratto potrebbe rendere più chiaro il futuro assetto di Avio Spazio, che da quando è stata scorporata da Avio, fa gola alla Francia. Ecco Roberto Battiston: “L'importanza di una realtà come Avio Spazio è ben presente al Governo così come a Finmeccanica. Speriamo che i risultati ottenuti e le prospettive aperte anche da questa commessa permettano di mantenere in recinti italiani questa eccellenza. Notizie determinanti arriveranno il 2 dicembre dalla conferenza ministeriale dell'Agenzia spaziale europea in Lussemburgo durante la quale verranno tracciate le linee guide del comparto spaziale continentale. L'Italia è all'avanguardia nel settore dei lanciatori così come è protagonista di primo livello nell'avventura della stazione spaziale internazionale. La speranza è che questo primato che porta sviluppo di altissimo e occupazione ai massimi livelli venga tutelato con ogni sforzo possibile”.



Il lanciatore Vega «contribuisce alle esportazioni italiane in un settore di alta tecnologia» e «questo contratto, e le attività ad esso collegate, contribuiscono in maniera sostanziale al mantenimento di oltre 1.000 posti di lavoro (con un indotto che tocca quota 5.00, ndr) qualificati in Italia ed altrettanti in Europa, almeno fino al 2018», ha aggiunto Giuliano Lasagni, Amministratore Delegato del Gruppo Avio . «Si tratta - ha evidenziato l'ad - di tecnici e maestranze di grande competenza professionale e di ingegneria alto valore aggiunto, capace di alimentare una vivace collaborazione con Università ed altri Centri di Ricerca e Formazione in Italia e rappresentare motivo di attrazione per i cervellì che trovano materia ed orgoglio per confrontarsi alla pari con i loro colleghi in Europa e nel mondo».



I 10 lanciatori saranno operativi per almeno tre anni a partire dalla fine del 2015, con ricavi per l'Italia stimati in circa 300 milioni di euro.



Dopo il successo dei primi tre lanci e la firma da parte di Arianespace dei primi 9 contratti di lancio, l'accordo apre la strada al futuro di Vega come lanciatore per il lancio di piccoli satelliti scientifici e per l'osservazione della Terra, come le Sentinelle del pianeta del programma europeo Copernicus.



«La firma di questo contratto è un evento importante per lo spazio italiano e per quello francese», ha detto il ministro Giannini. «Sottolinea ulteriormente - ha aggiunto - l'indicazione dello spazio fra le priorità del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea». Soddisfatto anche il presidente dell'Asi, Roberto Battiston, per il quale il contratto apre la strada «ci si aspetta una nuova

attività di produzione negli anni a venire». Vega, ha aggiunto, «rappresenta un'eccellenza tecnologica italiana e la firma di oggi è la dimostrazione dei ritorni industriali nel settore spaziale che seguono anni di investimenti in infrastrutture e personale di alta tecnologia». È anche «la dimostrazione della presenza e capacità della nostra industria nazionale, che permette all'Europa di primeggiare in un settore fortemente competitivo come quello dei lanciatori».



Quella sancita dal contratto è «una sinergia importante», ha detto l'amministratore delegato del gruppo Avio, Pier Giuliano Lasagni: «oggi Vega entra nel range dei lanciatori europei e aiuta in modo importante la creazione dell'Ariane 6. Concepito come un lanciatore a basso costo, il piccolo Vega sta crescendo bene e diventerà sempre più forte in futuro».

E a proposito dell'incidente al razzo Antares, che usa motori derivata della tecnologia russa degli anni Settanta, il presidente dell'Asi ha spiegato:

"Sono eccezioni che costituiscono una sparuta minoranza, gli incidenti che avvengono al momento del lancio. Lanciare un razzo è sempre stato un rischio, ma complessivamente gli incidenti sono un numero irrisorio rispetto al numero di lanci che va a buon fine. Basti pensare - ha aggiunto - che negli ultimi 25-30 anni sono stati lanciati circa 14.000 satelliti». Gli incidenti che avvengono in questo settore – ha rilevato Battiston, «sono confrontabili a quelli che avvengono nelle autostrade per ogni tot milioni di automobili che le percorrono». Bisogna poi distinguere all'interno degli incidenti e considerare che i primi lanci di un razzo sono statisticamente i più rischiosi. L'eccezione che conferma la regola sono i primi lanci di Vega: sono stati «impeccabili», ha osservato Battiston, e «fanno sperare per il futuro».
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