Spazio, inceneriti anche due esperimenti
dell'astronauta Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 22:33
A guardare con orrore l'esplosione del razzo Antares c'era anche, da Star City a Mosca, la prima astronauta italiana, Samantha Cristoforetti, che il 23 novembre partirà dal cosmodromo di Bajkonur per raggiungere la stazione spaziale internazionale. Determinata com'è, pur davanti a quell'inferno di fuoco non avrà pensato nemmeno un secondo a se stessa, che fra pochi giorni avrà sotto il seggiolino un altro razzo gigantesco per finire in orbita, ma si sarà messa le mani fra i capelli (cortissimi) per quel disastro che inceneriva due kit degli esperimenti che doveva eseguire sulla Iss. Gli stessi macchinari che nelle settimane scorse aveva mostrato ai media nella sede dell'Asi: si tratta dell'esperimento Drai Brain, coordinato dal medico Paolo Zamboni, del Centro per le malattie vascolari dell'università di Ferrara e teso a verificare l'ipotesi secondo la quale una delle cause della sclerosi multipla potrebbe essere il restringimento dei vasi sanguigni di testa e collo. Nell'esplosione è stata poi distrutta anche la maglietta dell'esperimento Wearable monitoring, equipaggiata con sensori in grado di misurare ritmo del cuore e del respiro durante il sonno, e l'Unità elettronica portatile destinata a raccogliere i dati. Si tratta di test i cui protocolli negli ultimi mesi hanno impegnato duramente il capitano pilota dell'aeronatica militare italiana selezionato e ingaggiato dall'Agenzia spaziale europea. Senza dimenticare le equipe di scienziati e tecnici che hanno messo a punto gli esprimenti.



“Fortunatamente – ha detto ieri, Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia Spaziale italiana, abbiamo verificato che c'è una copia di entrambi gli esperimenti e presto li manderemo sulla Iss con un altro lancio-cargo”. L'astronauta Cristoforetti ha così tirato un sospiro di sollievo: nessun taglio al programma scientifico della sia missione che durerà quasi sei mesi.



A seguire il lancio trasformatosi in disastro anche la Thales Alenia, l'azienda italiana che che contribuisce in maniera consistente alla progettazione a alla realizzione del Cygnus, il veicolo-cargo spaziale completamente automatico che doveva essere portato in orbita per poi agganciarsi e rifornire la Stazione internazionale.
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