Scuola, 100mila assunzioni a rischio. Renzi: troppi tremila emendamenti

Scuola, 100mila assunzioni a rischio. Renzi: troppi tremila emendamenti
di Claudio Marincola
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Mercoledì 17 Giugno 2015, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 15:45


«Discutiamo, facciamo modifiche ma poi votiamo. Altrimenti saltano gli investimenti sulla scuola, che arrivano per la prima volta dopo decenni». Nel giorno in cui migliaia di studenti iniziano ad affrontare le prove di maturità, Matteo Renzi lancia un nuovo appello al dialogo, per provare a sbrogliare la matassa della riforma della scuola. Se non si riuscirà a superare lo stallo in Parlamento e approvare il ddl in tempi rapidi, rischiano di slittare al 2016 le 100 mila assunzioni.

«Temo che quest'anno non saranno più possibili», avverte, dopo il premier, anche il ministro Stefania Giannini. Ma un estremo tentativo è in corso. In commissione Cultura al Senato i relatori ottengono una sospensione dei lavori fino a martedì prossimo, per provare a mediare e ottenere che venga ritirata una parte cospicua degli quasi 3000 emendamenti. Ma le opposizioni non demordono e accusano Renzi di usare i precari come arma di ricatto. «Nessun ricatto - replica il premier - La verità è che puoi assumere solo se cambi il modello organizzativo della scuola». Dunque resta il no alla richiesta, avanzata anche dalla minoranza Pd, di fare subito le assunzioni con decreto. «La scuola non può diventare - ribadisce il leader Pd - ammortizzatore sociale per i precari. Assumiamo i professori per metterli a lavorare in un sistema organizzativo diverso».

Se la riforma non passa e quel sistema non parte le assunzioni non hanno ragion d'essere. «Noi ci siamo, pronti al confronto fin dalla conferenza nazionale sulla scuola» che si terrà all'inizio di luglio, ribadisce il premier. Ma resta il tentativo, denuncia, di «bloccare» la riforma da parte di chi pensa che sia «una sciagura» e ha perciò sommerso la commissione di emendamenti. Sono, riassume il presidente della commissione Andrea Marcucci in un tweet, 2150 proposte di modifica, +500 subemendamenti, +94 ordini del giorno. M5S ne ha presentati 620, Sel 529, il Pd 334, Gal 198, Forza Italia 183, Area Popolare 152, Lega 110«. Il tempo, come segnala anche il ministro Giannini, è ormai agli sgoccioli. Ma i relatori, la renziana Francesca Puglisi e Franco Conte di Ap, lanciano un estremo appello alle opposizioni e allo stesso Pd perchè sfoltiscano il numero degli emendamenti.

«Non arretriamo di un millimetro - afferma Puglisi - sulla volontà di andare avanti per mettere in cattedra a settembre i docenti precari». Perciò i relatori ottengono una sospensione dei lavori della commissione fino a martedì, per trattare con gli altri gruppi e provare a comporre un pacchetto di emendamenti che facciano sintesi delle proposte di modifica. La minoranza Pd, con il senatore Walter Tocci, dà la sua disponibilità al ritiro (Abbiamo solo 18 emendamenti, li possiamo ridurre a 5 o 6, spiegano) ma insieme chiede a Renzi di garantire le assunzioni con un decreto da varare subito. Perchè, afferma Tocci, le nuove procedure di nomina previste dalla riforma entreranno in vigore solo nel 2016 e dunque in ogni caso i 100 mila sarebbero assunti a settembre con le vecchie regole. Se il governo non fa il decreto, sostiene, è «solo per scaricare su altri la responsabilità del rinvio».

Della stessa idea sono gli altri partiti di opposizione. M5S e Lega, che non hanno nessuna intenzione di ritirare i loro emendamenti (sono proposte di merito, spiegano) provano a opporsi al rinvio e chiedono alla commissione di lavorare fin d'ora anche di notte: Lo slittamento è assurdo - denunciano i grillini - frutto del caos della maggioranza.

Il ricatto del Pd è assolutamente vergognoso, denuncia Sel. Ma fino a martedì si proverà a cercare una soluzione, nel dialogo innanzitutto all'interno della maggioranza, per andare avanti, approvare la riforma, portare le assunzioni. L'ipotesi di mettere la fiducia in Aula, spiega Giannini, non è esclusa ma non è di per sè risolutiva: Anche per la fiducia servono i numeri.

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