Scuola, suona la campanella per nove milioni di studenti

Scuola, suona la campanella per nove milioni di studenti
3 Minuti di Lettura
Domenica 13 Settembre 2015, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 08:50

Scuola ai nastri di partenza. Non solo lezioni frontali e teoriche con la «Buona scuola», ma anche giornate di «pratica» in ufficio e nelle aziende. Più ore di lingua straniera, arte, musica, diritto, economia e discipline motorie. E scuole aperte anche il pomeriggio, grazie all'intervento delle associazioni.

CHI COMINCIA Lunedì la campanella suonerà in quasi tutte le regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d'Aosta). Poi toccherà (martedì 15 settembre) ai bambini e studenti di Emilia Romagna, Toscana e Lazio.

Veneto e Puglia apriranno le aule il 16 settembre. Per Trentino e Molise, invece, la scuola è già iniziata.

I NUMERI A dare i numeri è il Miur. Quest'anno sono 7.861.925 i ragazzi iscritti nella scuola statale, oltre 960.000 quelli delle paritarie. Nella scuola statale sono più di 1 milione gli alunni dell'infanzia, 2 milioni 583.514 quelli della scuola primaria, 1 milione 649.408 gli studenti della secondaria di I grado e 2 milioni 628.648 quelli della secondaria di II grado. Oltre 216.000 gli alunni con disabilità. Complessivamente, le classi saranno 369.902 distribuite in 8.384 istituzioni scolastiche. Fra le regioni con più alunni, la Lombardia (1 milione 185.662), seguita da Campania (920.964), Sicilia (763.529), Lazio (741.633).

LA RIFORMA Ogni istituto sta cercando - legge 107 alla mano - di armonizzare gli ingranaggi e trasformare in pratica ciò che al momento è solo sulla carta. Quello che sta iniziando per gli alunni italiani sarà molto probabilmente un anno di rodaggio, in attesa che i cambiamenti previsti dalla riforma Renzi-Giannini vadano a regime.

LE ASSUNZIONI E così, ad esempio, nel corso dell'anno, mano a mano che sarà assunto l'organico di potenziamento e le scuole avranno più docenti a disposizione - come promesso dal Miur -, si potranno cominciare ad avviare progetti ad hoc per arricchire lo studio di materie come italiano lingua 2 (per stranieri), inglese, arte, musica e così via.

SCUOLA-LAVORO Sulla base di quanto previsto dalla nuova normativa, inoltre, i ragazzi dell'ultimo triennio dei licei, dei tecnici e dei professionali già da quest'anno dovranno svolgere 200 o 400 ore in alternanza scuola-lavoro. In azienda, ma anche nei musei, sia in Italia sia all'estero. Al via - sulla carta - anche laboratori territoriali per l'innovazione e il lavoro: il ministro Giannini ha firmato in questi giorni il decreto che stanzia 45 milioni di euro per la loro attivazione. La norma prevede che vengano attivati da reti di almeno tre scuole e in collaborazione con un ente locale e un ente pubblico.

APERTURE PIU' AMPIE Da quest'anno, inoltre, la «Buona scuola» invita gli istituti a rimanere aperti più ore: nell'ambito dell'autonomia scolastica e su iniziativa di associazioni e Terzo settore, le scuole potranno accogliere i ragazzi anche nei pomeriggi e nei periodi di sospensione della didattica. E poi, con il «raddoppio» del fondo di funzionamento per le scuole (ieri la comunicazione a ciascun dirigente della quota a disposizione), a ogni istituto dovrebbero arrivare più fondi per acquistare toner per le stampanti, carta e altro materiale didattico.

VOTI AGLI INSEGNANTI Nel corso dell'anno, inoltre, i ragazzi delle superiori potrebbero già cominciare a prendere parte al Comitato di valutazione degli insegnanti. Infine il capitolo «paritarie»: già con la dichiarazione dei redditi del 2016, i genitori con figli iscritti alla scuola paritaria potranno detrarre le rette pagate tra settembre e dicembre 2015. Per quanto riguarda lo «school bonus», in teoria gli istituti scolastici potranno già cominciare a beneficiare di donazioni da parte di privati. Rimangono in stand-by invece altri punti della riforma, come il diritto allo studio, materia di delega al Governo, e il «curriculum dello studente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA