Da Mariangela, il capitano senza paura a Giuseppe, il "fotografo" dei cieli: i volti dei piloti dispersi

Da Mariangela, il capitano senza paura a Giuseppe, il "fotografo" dei cieli: i volti dei piloti dispersi
di Veronica Cursi
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Mercoledì 20 Agosto 2014, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 16:21

In volo non ho paura, si pensa alla missione, siamo addestrati a questo. Mariangela Valentini, 31 anni, il bel capitano di squadriglia del 154 gruppo volo del sesto stormo, il volo ce l'aveva nel sangue. Aveva passato tante ore a sorvolare le nuvole sul suo tornado, amava il cielo. Ma quel cielo ieri pomeriggio l'ha tradita insieme ai suoi compagni rimasti coinvolti nello schianto tra i due tornado ad Ascoli Piceno.

«Tutti piloti esperti», ci tiene a precisare ora l'Aeronautica.

Nata a Oleggio, in provincia di Novara, il 14 settembre 1982, dopo aver conseguito il primo brevetto di Pilota d'Aeroplano sul velivolo SF-260 ha intrapreso dal 2001 gli studi nell'Accademia di Pozzuoli. Poi la Laurea in Scienze Aeronautiche all'Università degli Studi di Napoli «Federico II» e dal 2006 al 6 Stormo di Ghedi (BS). Dal 30 agosto 2010 al 10 marzo 2011, aveva partecipato all'Operazione I.S.A.F. a Herat (Afghanistan) e, dal 13 ottobre 2011 al 19 ottobre 2011, all'Operazione Unified Protector presso il Task Group Air - Trapani Birgi.

Nel 2007 riceve il premio coraggio dall'Ande Associazione nazionale donne elettrici, per «la sua scelta di vita indice di forza d'animo, capacità tecnica e coraggio» e finalmente, nel 2010, la tanto attesa promozione. Mariangela, il pilota dagli occhi azzurri come il cielo, diventa capitano. Un sogno che si avvera. «Stiamo vivendo ore di angoscia, ma vogliamo continuare a sperare che sia viva - ripete il sindaco di Oleggio, Massimo Marcassa - Conosco bene Mariangela e ci siamo frequentati spesso, fino a quando lei non ha lasciato Oleggio per trasferirsi a Ghedi. Ma appena può torna a casa, a trovare la madre Piera e gli altri familiari. E' una ragazza solare, con un forte carattere che le ha consentito di diventare pilota di caccia».

Mariangela era stata a Oleggio proprio il giorno di Ferragosto. Poi, con la sorella Michela, aveva raggiunto Bellinzago, dove si era momentaneamente trasferita per accudire la madre inferma. Con lei ieri volava il capitano Paolo Piero Franzese, 35 anni, nato a Benevento, che aveva frequentato il corso Zodiaco IV all'Accademia aeronautica di Pozzuoli. La sua famiglia è residente a Nola dove il sindaco Geremia Biancardi ha annunciato il lutto cittadino.

«Conosco bene il padre - ha detto il sindaco - è un grande lavoratore come tutta la famiglia del capitano Franzese».

Tra i piloti dispersi c'e anche il capitano Alessandro Dotto, orginario di San Giusto Canavese, nella zona di Ivrea. Sul suo profilo Facebook scorrono le immagini di panorami mozzafiato, il cielo sopra l'Etna, e poi le vacanze con gli amici, gli abbracci, l'ultimo post è del 17 giugno: «Cari mamma e papà, parenti e amici tutti sappiate che sto bene... Addio»: una frase scherzosa, che ora mette i brividi, accompagnata dalla foto di un meraviglioso paesaggio nel deserto. Aveva passato ferragosto in famiglia, prima di partire

per un nuova avventura.

Il suo compagno di volo era Giuseppe Palminteri del sesto stormo Diavoli Rossi di Ghedi. Nell'area dove si sono schiantati i due velivoli sono stati ritrovati il tesserino ormai sciolto dalle fiamme di uno di loro e il corpo carbonizzato di uno dei due piloti. Era nella fusoliera del caccia.

Giuseppe era palermitano ma aveva studiato all'università Federico II di Napoli e aveva frequentato il corso Zodiaco IV nel 1999 insieme a Franzese. Aveva una grande passione per la musica, oltre che per il volo: Pink Floyd, Max Gazzè, Daniele Silvestri. A diciotto anni era entrato anche a far parte di una band palermitana, che anni dopo sarebbe diventata quella dei Waines. «Aveva una grande passione per la musica - dice il chitarrista Fabio Rizzo, 35 anni - e suonava la batteria. In quel periodo avevamo deciso di creare la prima formazione, mancava il batterista e decidemmo di mettere unn annuncio in un negozio di strumenti musicali, a Palermo». A quell'annuncio, nel 1998, rispose Giuseppe Palminteri, che allora frequentava il liceo classico Garibaldi, mentre il resto dei componenti della band studiavano allo scientifico Cannizzaro.

Tante le foto che lo ritraggono tra le nuvole, sorridente accanto al suo caccia, pronto a spiccare il volo, si divertiva a fotografare il mondo dall'alto: «Sugli aerei faccio il fotografo», scherzava. Voleva condividere l'emozione che provava ogni volta che si alzava in volo, perché quello era il suo destino.

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