Fondi regionali, arrestato ex vicepresidente Liguria Scialfa

Nicolò Scialfa
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Martedì 14 Gennaio 2014, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 08:00
L'ex vicepresidente della Giunta regionale della Liguria, Nicol Scialfa, stato arrestato nell'ambito dell'indagine sulle spese del gruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale tra il 2010 e il 2012. Nei confronti di Scialfa, indagato per peculato, falso e truffa aggravata, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno anche perquisito altri tre consiglieri regionali indagati nell'ambito della stessa indagine.



70mila euro. Nicolò Scialfa, secondo l'accusa avrebbe sottratto dai fondi del partito 70 mila euro. Scialfa, che all'epoca dei fatti era capogruppo dell'Idv, ora consigliere del gruppo Diritti e Libertà, nato dalla scissione interna al partito di Di Pietro, è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare chiesta dal procuratore aggiunto Nicola Piacente e firmata dal gip Roberta Bossi. È accusato di peculato e falso in atto pubblico.



I consiglieri indagati. Perquisizioni domiciliari a Genova e nelle provincie di Savona, Milano e Pistoia, nelle abitazioni di altri tre consiglieri allora nell'Idv: Marylin Fusco (Diritti e Libertà), Stefano Quaini, Maruska Piredda, indagati per falso documentale, peculato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, i Consiglieri Regionali indagati avevano rendicontato tra i costi personali sostenuti con i contributi della Regione Liguria spese non pertinenti all'attività politica o di funzionamento del gruppo per un importo di poco superiore a 100 mila euro.




«Nuovi elementi». Gli accertamenti compiuti hanno portato a chiedere al gip la misura degli arresti domiciliari di Scialfa perché sono emersi nuovi elementi tali da «differenziare la sua posizione rispetto agli altri indagati», ha detto il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce, aggiungendo che ancora non si conosce l'esito delle perquisizioni nei confronti di altri indagati. «Le perquisizioni sono state fatte per trovare eventuali beni di interesse ai fini della nostra inchiesta», ha aggiunto Di Lecce, esprimendo l'auspicio che l'inchiesta si possa chiudere entro l'anno.



Quando disse: «Spese legittime». «Mi sento male ma non mi dimetto. Sono innocente, se ho fatto errori di valutazione ne parlerò con i giudici e mi assumerò tutte le mie responsabilità». Così, esattamente un anno fa, Scialfa commentò l'iscrizione da parte della Procura di Genova del suo nome nel registro degli indagati. «Mi sento in un tritacarne ma sono sereno riguardo a quello che ho fatto - aggiunse -. Si parla di uso disinvolto dei soldi dei gruppi? In passato certe spese erano legittime e opportune, poi le stesse spese sono diventate legittime ma inopportune».
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