La multa in Veneto e il bancomat: le mosse in Italia del super-ricercato

La multa in Veneto e il bancomat: le mosse in Italia del super-ricercato
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Lunedì 23 Novembre 2015, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 09:13
L'ALLERTA
ROMA Dalla multa, che lo ”fotografa” il 6 agosto nell'area di Conegliano Veneto, alla carta di credito prepagata, attiva fino alla vigilia degli attentati di Parigi, che consente di ricostruire le spese sostenute da Salah Abdeslam, anche durante il viaggio da Bari a Bruxelles. Si esamina ogni dettaglio per ricostruire le ore, forse i giorni, trascorsi in Italia dal terrorista che il 13 ottobre ha seminato terrore e morte a Parigi. Le soste e il percorso della scorsa estate vengono ripercorsi a ritroso, attraverso le tracce che Salah Abdeslam ha lasciato. Ma è alla rete che si punta, l'Antiterrorismo cerca adesso anche esili elementi per stabilire se quell'uomo avesse contatti o conoscenze in Italia.
LA CARTA PREPAGATA
Era attiva fino al giorno prima degli attentati di Parigi la carta prepagata europea che Salah utilizza in Italia. Secondo i primi accertamenti, le uniche spese sostenute sono quelle dei pedaggi autostradali e per l'acquisto del carburante per procedere nel viaggio a bordo dell'auto con targa belga. E' il primo agosto quando Salah arriva a Bari e si imbarca con l'auto per Patrasso. Quattro giorni dopo ritorna, con lui viaggia Ahmed Dahmani, ventiseienne belga arrestato sabato ad Antalya. Ma quella carta ha continuato a funzionare anche dopo, fino al giorno dell'attentato a Parigi, quando, anziché farsi esplodere con gli altri ”fratelli”, ha scelto la via della fuga.
LA MULTA
Lo sbarco a Bari avviene il 5 agosto, ma di certo il giorno successivo l'auto con la targa belga è in Veneto. Viene multata nell'area di Conegliano, in provincia di Treviso, l'ipotesi è che il gruppo, diretto a Bruxelles, dopo avere attraversato l'Italia, abbia superato il confine in Austria. Gli accertamenti sono ancora in corso, la contravvenzione riguarda un'infrazione che non implica controllo, potrebbe trattarsi di un divieto di sosta oppure del superamento del limite di velocità registrato dall'autovelox.
LE VERIFICHE
Le verifiche non riguardano soltanto Salah e i contatti che il terrorista avrebbe potuto avere in Italia. Il lavoro dell'Antiterrorismo si concentra anche sugli altri personaggi segnalati dalla Francia e dal Belgio e sui controlli relativi alle quindici utenze telefoniche fornite alcuni giorni fa dagli apparati di sicurezza francesi. Nell'elenco non ci sono numeri italiani, ma la ricerca riguarda le chiamate in entrata e in uscita su quelle linee, legate ai terroristi e rintracciate attraverso l'esame a posteriori dei loro contatti. L'obiettivo è sempre quello di individuare tutti i contatti dei soggetti con i quali gli uomini che hanno colpito a Parigi avessero una relazione e di stabilire se ci fossero legami con persone residenti in Italia.
Poi i ricercati. Anche in questo caso è stato diffusa una lista. In cima all'elenco c'è Baptiste Burgy, 32 anni, originario di Langres (Francia). Nella nota arrivata alcuni giorni fa attraverso Interpol e diffusa dal Viminale a tutte le questure italiane, si precisa che «le autorità francesi hanno richiesto informazioni sul conto dell'uomo in relazione agli attacchi terroristici». E' uno straniero «non precedentemente noto». Secondo la ricostruzione, tra venerdì 13 novembre e sabato 14, subito dopo la strage, avrebbe percorso in auto, quasi duemila chilometri a bordo di una Seat Ibiza di colore scuro, noleggiata a Bruxelles da uno dei fiancheggiatori del commando terrorista. Attualmente non si sa dove si trovi. Ma ci sono anche Fabien Clein, 37 anni, francese, la «voce» delle rivendicazioni dell'Isis, e Abraimi Lazez, 39 anni, marocchino residente in Belgio, complice di Salah, l'uomo che dopo gli attentati lo avrebbe portato nella zona di Bruxelles con la sua Citroen. Per individuare possibili legami del fondamentalismo islamico, in Italia vengono costantemente monitorate decine di persone. Controlli sono stati eseguiti anche nelle carceri, nelle celle di detenuti fondamentalisti e sono state potenziate le attività di intercettazione. Strutture di sicurezza e 007 hanno anche ulteriormente intensificato il monitoraggio dei siti di propaganda islamica.
Valentina Errante
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