Caso Ruby, Csm verso il non invio degli atti a disciplinare contro Bruti Liberati

Caso Ruby, Csm verso il non invio degli atti a disciplinare contro Bruti Liberati
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Giugno 2014, 16:22 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 04:01
Niente pi richiesta al pg della Cassazione di vagliare la questione dell'assegnazione del fascicolo Ruby ter. A poche ore dal voto del plenum del Csm sullo scontro alla procura di Milano i relatori hanno modificato i loro testi, dopo la lettera del capo dello Stato al vice presidente Vietti; obiettivo: ottenere un'ampia maggioranza.Le modifiche più sostanziose riguardano la relazione della Settima Commissione, che appunto conteneva le critiche più significative sul procedimento Ruby.



Se prima si chiedeva che gli atti fossero mandati al Pg, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati, sulla questione della mancata motivazione esplicita dell' assegnazione del fascicolo sul Ruby ter al pm Pietro Forno e sul mancato coinvolgimento di Alfredo Robledo- il pm protagonista dello scontro con il procuratore Edmondo Bruti Liberati- ora questo passaggio è stato del tutto cancellato. E sostituito da una frase molto più blanda sul fatto che sarebbe stato «preferibile» mettere nero su bianco le ragioni dell'assegnazione.



Lo stesso discorso vale per il processo principale sul caso Ruby, quello che ha portato in primo grado alla condanna di Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Se nella versione originaria si censurava la mancanza di una motivazione formalizzata dell'assegnazione del fascicolo a Ilda Boccassini ,dicendo che sarebbe stata necessaria, anche per «evitare il sospetto di una gestione personalistica di indagine delicate concernenti un esponente di spicco della politica nazionale», ora si pone un problema di sola «opportunità».



Resta però, che nel nuovo testo della Prima Commissione, si ribadisce che non è del tutto chiaro il quadro sull'applicazione delle norme interne della procura di Milano che ha portato all'assegnazione del fascicolo a Boccassini, che è il capo della Direzione distrettuale antimafia. Il pg della Cassazione e il ministro della Giustizia saranno comunque investiti di alcuni aspetti dello scontro alla procura di Milano. Come la vicenda del fascicolo Sea, che Bruti trasmise con ritardo a Robledo per una «deplorevole dimenticanza», ma che lo stessa procuratore aggiunto non sollecitò.



Così come il controverso caso del doppio pedinamento che ci sarebbe stato nell'ambito dell'inchiesta Expo, e la questione della fuga di notizie su questa indagine, di cui, secondo il procuratore, si sarebbe reso responsabile Robledo con l'invio di atti al Csm. Al Pg saranno comunque mandate le carte anche su un altro episodio: gli accertamenti indebiti compiuti su Robledo da due marescialli della Gdf e la mancata trasmissione a Brescia della denuncia presentata dallo stesso Robledo a Bruti.



Non viene invece più chiesto il vaglio dei titolari dell'azione disciplinare, oltre che sul Ruby bis, sulla vicenda dell'iscrizione del presidente della provincia di Milano Guido Podestà, nel processo sulle firme false, e su quella dell'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, nell'ambito del fascicolo San Raffaele-Fondazione Maugeri. Mentre viene riservata alla valutazioni di «altra sede» non specificata la conversazione in cui Bruti ricorda a Robledo quanto fossero stati determinanti i voti della sua corrente, Magistratura democratica, per la nomina del suo aggiunto da parte del Csm.



Una battuta, secondo il procuratore, ma non ritenuta tale dalla Commissione che critica «l'asprezza dei toni e l'assoluta inopportunità dei contenuti». Pochi i cambiamenti nella relazione della Prima Commissione: il più evidente è la scomparsa dell'aggettivo «discutibili» rispetto ad alcune scelte organizzative del procuratore Bruti. Con l'«asciugatura» e le modifiche del testo, anche la relazione della Settima Commissione dovrebbe passare con un'ampia maggioranza (mentre in Commissione aveva preso solo tre voti su sei).Si vedrà nel pomeriggio, quando si aprirà la discussione. Qualche consigliere in apertura intende chiedere a Vietti di conoscere l'esatto testo della lettera che gli ha inviato Napolitano e in cui il capo dello Stato richiamerebbe i principi della riforma dell'ordinamento giudiziario e in particolare gli ampi poteri attribuiti ai procuratori. Ma che Vietti dia seguito alla richiesta sembra un'opportunità remota.
© RIPRODUZIONE RISERVATA