No Tav, chiesti 9 mesi per Grillo. E a Genova è indagato per istigazione alla disobbedenza

No Tav, chiesti 9 mesi per Grillo. E a Genova è indagato per istigazione alla disobbedenza
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Venerdì 7 Febbraio 2014, 08:58 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 15:30
La Procura di Torino ha chiesto di condannare a nove mesi di reclusione Beppe Grillo al termine di un processo legato a una delle dimostrazioni dei No Tav in Valle di Susa.







Si tratta della costruzione abusiva di una baita, nel dicembre 2010, diventata simbolo del movimento. Intano la procura di Genova ha avviato un'indagine sull'ex comico per istigazione alla disobbedienza.



La baita abusiva. I pm hanno chiesto anche di condannare Grillo a pagare 200 euro di multa. Il reato è la violazione di sigilli. I due pm, nella proposta di conteggio della pena, hanno applicato la recidiva in riferimento a una precedente condanna per diffamazione. Grillo era salito in Valle di Susa il 5 dicembre 2010 durante una manifestazione dei No Tav. Davanti alla baita ancora in costruzione improvvisò un breve comizio e si fece accompagnare all'interno del locale. In precedenza il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa lo aveva informato che se avesse varcato la soglia della casetta avrebbe commesso un reato. Dopo qualche minuto Grillo uscì e, davanti alle telecamere, mimò di avere i polsi ammanettati. Il processo vede imputate 21 persone di violazione di sigilli. Sono state chieste quattro assoluzioni e, per il resto, condanne fra i 18 e i 6 mesi di reclusione.



I No Tav: condannateci tutti. «Il Pm ha chiesto 200mila euro e 9 mesi di reclusione a Alberto Perino e Beppe Grillo per aver violato i sigilli della Baita di Chiomonte.
Quel giorno eravamo in tanti: condannateci tutti», ha scritto la deputata M5s Laura Castelli su Facebook.




I forconi. La Procura di Genova ha aperto un fascicolo su Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle, a quanto si apprende da fonti giudiziarie, è indagato per istigazione ai militari a disobbedire alle leggi. I pm genovesi hanno avviato l'inchiesta in seguito a un procedimento inviato da Roma dove era stato presentato un esposto da parte di alcuni deputati del Pd, dopo l'esortazione del leader del Movimento Cinque Stelle, attraverso una lettera, a non difendere più la classe politica e l'invito ai militari a unirsi alla protesta dei forconi. «Stiamo valutando tutti i singoli fascicoli arrivati anche da più procure che possono riguardare anche i blog e le mail, oltre alla lettera aperta», ha detto il procuratore. Alcune delle segnalazioni al vaglio dei magistrati non hanno neppure indicazioni specifiche «per cui il lavoro richiederà ancora alcuni giorni per vedere se siano ipotizzabili anche altri reati», ha sottolineato Di Lecce.
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