Caso Marrazzo, il trans Natalie si sposò con una donna per il permesso di soggiorno

Piero Marrazzo
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Martedì 4 Febbraio 2014, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 20:45
​Natalie, il trans testimone nel processo a carico dei quattro carabinieri infedeli del caso Marrazzo, si spos con una donna nel 2000 -risultando sui documenti uomo - per ottenere il permesso di soggiorno. La vicenda è emersa oggi in aula dove si celebra il processo ai 4 carabinieri.



Il matrimonio fu celebrato nel municipio di Velletri nel 2000. Natali ottenne un permesso di soggiorno poi revocato per falsi presupposti alla base dell'unione e ne scaturì un procedimento davanti al tribunale di Velletri per truffa. Nel 2007 la transessuale fu condannata ad un anno per ingresso e permanenza illegale in Italia. Il trans ha ottenuto, infine, un permesso di soggiorno per motivi di giustizia proprio in relazione all'inchiesta sul ricatto a Marrazzo.



La droga «Occasionalmente procuravo droga a Marrazzo, quel giorno di luglio chiese di procurargliela ma non ci riuscii». Lo rivela il trans Natali,sentita come testimone nel processo a carico dei Carabinieri accusati di aver ordito un ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio. Nel corso dell'interrogatorio Natali si è spesso contraddetta nel ricostruire le varie fasi della vicenda. Parlando del 3 luglio 2009, giorno del blitz dei Carabinieri nel suo appartamento, il trans ha aggiunto che «Marrazzo arrivò da me, mi diede cinquemila euro in contanti per aiutarmi a saldare un debito che avevo in Brasile. Cercai di restituirgli un assegno da diecimila euro che mi aveva dato allo stesso fine, ma lui mi disse di tenerlo come garanzia finchè non mi avesse dato altri cinquemila euro che rappresentavano il saldo di quel debito».



Dopo pochi minuti, racconta il trans, arrivarono i carabinieri. «Bussarono alla porta affermando che nella casa si stava tenendo un festino a base di droga. Marrazzo mi disse di aprire tanto non avevamo droga», ha detto. Ai carabinieri infedeli «dissi che non avevo droga ma fui sbattuta prima sul divano e poi chiusa sul balcone. I carabinieri dissero a Marrazzo, che era in mutande, di non tirare su i pantaloni, perchè 'comandavano lorò». Uno dei carabinieri, ha spiegato il trans, chiese all'ex presidente della Regione, «duecentomila euro in contanti e il suo numero cellulare. Lui gli disse che non aveva quella cifra e gli diede il numero dell'ufficio in Regione. Non gli diede alcun assegno». Nel pomeriggio del 3 luglio Natali rincontrò l'ex governatore che «mi fece andare in taxi nel suo appartamento in piazza dei Giuochi Delfici. Lì mi disse di non parlare con nessuno di quello che era successo e non ne parlai mai neanche con lui».



«Lo volevano incastrare» Piero Marrazzo «è una persona brava e non merita quello che gli hanno fatto dice Natalie durante l’interrogatorio - Ho sempre cercato di proteggerlo. Lui con me è sempre stato generoso, mi ha aiutato per un debito per una casa in Brasile. Già prima di quel 3 luglio del 2009 avevo detto a Marrazzo ”stai attento che i carabinieri ti vogliono incastrare”». «Circa venti giorni dopo il blitz a casa mia - ha raccontato - incontrai il carabiniere Tagliente. Mi chiese il numero di cellulare di Marrazzo. Mi prese il cellulare dalla borsa, ma lì non c'era: il recapito lo tenevo solo in una rubrica. Da Marrazzo voleva soldi». Natalì ha poi ricordato in aula di conoscere l'ex governatore del Lazio «dal 2002. Lui veniva da me - ha riferito - per parlare, conversare, non per sesso. Quel giorno era venuto per parlare, non c'era nulla di male a parlare seduti sul letto. Volevano incastrare Marrazzo perchè stava con un transessuale», ha affermato Natali.
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