«Mamma, se è destino morirò»: Valentina precipita con l’auto nel burrone

«Mamma, se è destino morirò»: Valentina precipita con l’auto nel burrone
di Patrizia Capuano e Alessandro Napolitano
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Mercoledì 7 Ottobre 2015, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:56
«Mamma, se devo morire è destino, può succedere anche in un incidente stradale». Sorride Valentina Schiano mentre risponde a sua madre Fulvia, che un attimo prima le ha detto: «Mi raccomando, non correre con la macchina. Potrebbe accaderti qualcosa di brutto». Poi il volo fatale, l’auto che finisce in una scarpata. È una giornata poco soleggiata, una mattina da trascorrere tra gli studi e l’impegno di volontario della Protezione civile in Comune. Valentina ha un carattere solare e la gioia di vivere di una ventenne. Si prepara per uscire, cura come sempre ogni dettaglio. Tiene al suo aspetto, è di una bellezza che toglie il fiato. Saluta la madre, un bacio sulla guancia e via. Tra le mani le chiavi della Toyota Yaris grigia. La madre le raccomanda di non correre.







Le ricorda i rischi della guida. Valentina sorride, ha un sorriso aperto e contagioso. Le risponde che decide il destino, anche se questo significa morire in auto. Un presagio, forse. Parole di cui la mamma non si dà pace. Come un mantra ripete di averla sentita prima dello schianto. Valentina l’ha tranquillizzata, ma poco dopo le 12.20 l’impatto mortale nel burrone. E poi la telefonata a casa che avvisa la famiglia dell’incidente. Con lei c’è Annabella Di Meo, sua cara amica. Le due ragazze, coetanee, percorrono via Panoramica, a margine del Monte Grillo.



L’auto, diretta verso il centro, sbanda in una curva. Per cause da accertare, la conducente perde il controllo della vettura che invade l’altra corsia. La carreggiata in quel momento è libera. La Toyota finisce contro un palo della pubblica illuminazione e attraversa lo spazio che lo divide da un albero. Sulla sinistra c’è uno chalet con un’area di sosta. Non ci sono veicoli fermi che possano bloccare l’autovettura. La Toyota prosegue, urta con violenza il muro e la recinzione in metallo distruggendola. Rotola in una manciata di secondi nella scarpata, le due ragazze sono sbalzate fuori a sessanta metri dal livello stradale. L’auto precipita di altri dieci-quindici metri e poi ferma la sua folle corsa nella vegetazione che ricopre la parete rocciosa. Chi è nello chalet sente un boato. Si precipita all’esterno. Uno scenario d’inferno: il parapetto è distrutto, l’auto è nascosta dalla vegetazione. Scatta la macchina dei soccorsi.



È una corsa contro il tempo per mettere in salvo le giovani, si teme il peggio. Sul posto vigili del fuoco, carabinieri, guardia costiera di Baia, polizia municipale di Bacoli e di Monte di Procida, la Protezione civile Falco, le due amministrazioni comunali. Una catena umana e di solidarietà: il primo a raggiungere le due ragazze è un immigrato albanese. Si precipitano sul posto le famiglie, amici e parenti. La tensione è tangibile. Squilla un cellulare, Annabella telefona ad una zia e chiede aiuto. Dice che è ferita ma Valentina non ce l’ha fatta. Piange. Sarà un elicottero dei vigili del fuoco ed un medico del 118 a soccorrerla con grandi difficoltà. La parete rocciosa del Monte Grillo è irta, non è facile trovare un punto di appoggio. Con il fiato sospeso, in tanti seguono dall’alto le operazioni di salvataggio.



Le due madri, di Annabella e Valentina, sono disperate e in lacrime. Pregano. C’è chi prova a consolarle, invano. I vigili del fuoco soccorrono Annabella, che viene trasportata al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Si attende il permesso del magistrato di turno per recuperare Valentina, la cui salma sarà trasportata al Secondo Policlinico per l’esame autoptico. Lentamente la strada si svuota. Restano in pochi a seguire il recupero della vettura. «Un sorriso che metteva allegria soltanto a guardarlo».



È uno delle centinaia di messaggi che per tutto il giorno hanno inondato la pagina Facebook di Valentina, non appena la notizia della sua tragica scomparsa si è diffusa tra i suoi amici. Gli stessi che per l’intero pomeriggio hanno voluto far sentire il loro calore ad Annabella, ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Pozzuoli. Qui i medici che l’hanno presa in cura hanno diagnosticato lo schiacciamento dei polmoni e del fegato. È stata subito sottoposta ad un drenaggio, fortunatamente non è in pericolo di vita. Annabella è rimasta sempre lucida, mentre al terzo piano del nosocomio flegreo che ospita il reparto di Chirurgia è stato un continuo via vai di amici.



Hanno in mano un telefonino e aggiornano di continuo la bacheca di Annabella: «C’è tanta gente che sta pregando per te. Non mollare, forza». E l’amicizia che la legava a Valentina andava avanti anche grazie al Comune. Entrambe, infatti, svolgevano servizio civile al municipio. Un modo per mettere da parte un po’ di soldi visto gli impegni di studio. Annabella si è appena iscritta all’Accademia delle Belle Arti; Valentina alla facoltà di Medicina. Era la più grande di tre sorelle. Una famiglia con un nome «storico» per i Comuni di Bacoli e Monte di Procida.



Suo nonno, il cavaliere Nicola Schiano, era infatti il fondatore delle omonime Autolinee. Una passione ereditata dalla madre, anch’essa autista di bus. I due sindaci, Josi Gerardo della Ragione e Peppe Pugliese, hanno annullato tutti gli impegni per correre sul luogo della tragedia. E annunciano: «Fino al giorno del funerale cancelleremo tutte le manifestazioni pubbliche».