Nella sua omelia, don Floriano ha detto: «Le leggi orrende della guerra ancorate nel diritto internazionale non sono colpa del semplice soldato». «Il requiem per Priebke - ha aggiunto - è un atto dovuto in quanto Priebke è morto da cattolico. Questo requiem non è un funerale perchè la salma non c'è. Si prega per il defunto e si applicano al defunto i meriti della morte e della risurrezione di Gesù Cristo realmente presente nel santo sacrificio della Messa».
«Insomma - ha spiegato Abrahamowicz - si prega per il povero peccatore Priebke.
Ma attenzione: peccatore sì, criminale di guerra no». Il religioso lefevriano ha quindi sottolineato di voler prendere le distanze «da tutti compresi certi tradizionalisti che ritengono che Erich Priebke sia colpevole delle rappresaglie avvenute alle Fosse ardeatine. È per riparare questa menzogna e calunnia nei suoi confronti che desidero sia fatta larga diffusione di questo requiem. Mi sento il dovere di difendere - ha concluso Abrahamowicz - colui che mi disse: 'avranno la mia vita ma non il mio onore'».