Erich Priebke morto a Roma, l'ex capitano Ss aveva 100 anni

Erich Priebke morto a cento anni a Roma
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Venerdì 11 Ottobre 2013, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 12:17

L'ex ufficiale delle Ss Erich Priebke morto oggi a Roma all'et di 100 anni. Ne dà notizia il suo legale Paolo Giachini, affermando che il vecchio gerarca, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, ha lasciato come «ultimo lascito» una intervista scritta e un video, «testamento umano e politico».

NIENTE CAMERA ARDENTE, FORSE SEPOLTO IN ARGENTINA «Si è spento di vecchiaia ed è stato lucido fino alla fine», continua l'avvocato, «La morte non sembrava così imminente, è stato bene fino alla fine poi ha avuto un crollo gli ultimi giorni. È stato lucido fino all'ultimo. Non credo ci sarà bisogno di autopsia perché i medici conoscevano le sue patologie». Giachini specifica che per Priebke non ci sarà alcuna camera ardente. In merito al luogo della sepoltura, «ancora dobbiamo renderci conto cosa è possibile fare. A Bariloce c'è un posto per lui, accanto alla moglie, ma ci sono problemi burocratici da risolvere: trasferire in un altro paese un cadavere è già difficile, trasferire il cadavere di un ufficiale delle Ss lo é ancora di più».

«Erich Priebke muore oggi all'età di 100 anni», scrive Giachini, «La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fa un esempio di coraggio, coerenza e lealtà». Secondo il legale, tra le chiamate e i messaggi di cordoglio ricevuti dopo la morte dell'ex ufficiale delle Ss, «ci sono anche quelli di alcuni familiari delle vittime della Fosse Ardeatine, 4 famiglie nello specifico», con cui Priebke ha avuto contatti e con cui si è riappacificato perché «hanno capito che ha ucciso per dovere».

La casa di Priebke in via Cardinal Sanfelice è presidiata da militari e poliziotti, ma è il silenzio a far da padrone, oltre alle forze dell'ordine, di fronte al cancello solo radunati solo cronisti, pochi per ora, e nessun curioso. La notizia del decesso è stata divulgata un'ora fa dal legale dell'ufficiale nazista. Anche lo sbocco su via Boccea è sorvegliato da due agenti di polizia.

L'INTERVISTA-TESTAMENTO Nella lunga intervista testamento scritta in occasione dei suoi 100 anni, l'ex ufficiale delle Ss non rinnega il suo passato. «Ho scelto di essere me stesso». Alla domanda se si sentisse ancora nazista, Priebke rispondeva «la fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell'amor proprio e dell'onore. La politica è un'altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare».

NEL GIORNO DEL RICORDO IN VATICANO L'ex capitano delle Ss è deceduto proprio nel giorno in cui in Vaticano il Papa ha ricordato il 70° della deportazione degli ebrei di Roma (16 ottobre 1943). Oggi Francesco ha ricevuto nella Santa Sede il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e una delegazione della Comunità ebraica di Roma.

CHI ERA ERICH PRIEBKE Nato ad Hennigsdorf il 29 luglio 1913. Militare tedesco, capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale in Italia, condannato all'ergastolo per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine in cui 335 civili e militari furono fucilati. Aderì al Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi quando aveva 20 anni. Dopo l'armistizio e fino al mese di maggio 1944 opera a Roma sotto il comando di Herbert Kappler. Nel corso della seconda guerra mondiale soggiornò in Italia, dove insieme ad altri militari tedeschi partecipò al coordinamento delle tattiche e delle strategie che il Terzo Reich avrebbe dovuto adottare nella penisola. Dopo la fine della guerra fuggì da un campo di prigionia vicino a Rimini e si rifugiò in Argentina. Fu estradato in Italia nel 1995. Nel 1998, fu condannato all'ergastolo, ma vista l'età avanzata fu mandato ai domiciliari. Nel 2009 ha ottenuto il permesso di uscire di casa per fare la spesa, andare a messa e in farmacia.

TAORMINA: «NON SI è MAI PENTITO» «Non si è mai pentito perchè riteneva che non ci fossero ragioni per cui pentirsi. Mi ha sempre detto che se non avesse eseguito gli ordini lo avrebbero ucciso». Lo sottolinea all'Adnkronos Carlo Taormina, che di Priebke fu il legale e che era stato invitato alla festa di compleanno che l'ex ufficiale nazista avrebbe voluto organizzare per festeggiare il secolo di vita.

L'avvocato spiega: «nel primo processo, Priebke fu imputato insieme ad altre 49 persone che furono tutte dichiarate 'non punibilì per avere eseguito ordini militari. Solo lui fu condannato». Taormina dà la sua chiave di lettura: «il fatto che 49 imputati su 50 siano stati dichiarati 'non punibilì e solo uno sia stato condannato, dice comunque che c'è stata una applicazione della legge non uguale per tutti».

Taormina sottolinea di avere avuto con Priebke «non un rapporto di amicizia. Semplicemente professionale e, direi, civile». Carlo Taormina era stato invitato alla festa per il centenario. «Non se ne fece più nulla - racconta - perchè arrivarono minacce. Andai però al compleanno dei 90 anni di Priebke. C'erano tante personalità».

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