Priebke, portata via in segreto la salma del capitano delle SS

Priebke, portata via in segreto la salma del capitano delle SS
di Silvia Barocci e Cristiana Mangani
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Venerdì 1 Novembre 2013, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 13:28
La bara di Erich Priebke non pi a Pratica di Mare è stata portata lontano dalle polemiche, dai rancori, dagli esibizionismi. Il trasferimento è avvenuto in assoluto silenzio, in un orario che non destasse troppi sospetti. Ma soprattutto è avvenuto senza bisogno di consensi o di autorizzazioni di familiari, perché su tutta la vicenda è stato apposto il Nos, il nulla osta di sicurezza, che consegna il caso all’oblio e alla riservatezza.



IL GOVERNO

La decisione di mettere il sigillo di segretezza al caso Priebke è stata presa dal Governo, d’accordo con il prefetto Giuseppe Pecoraro che si è trovato questa rogna da gestire in concomitanza con altri eventi importanti della Capitale. Il capo della Prefettura ha provato più volte, in queste settimane, a trovare una soluzione cercando anche il consenso delle parti: dai figli del capitano delle SS all’avvocato Paolo Giachini che lo ha assistito in questi anni di processo e di arresti domiciliari. Ma la situazione ha continuato a non sbloccarsi. Pecoraro aveva anche avvertito il difensore che, se entro un tempo limite la questione non si fosse risolta, avrebbe secretato tutto e avrebbe tenuto fuori chiunque dalla scelta della destinazione finale. E così è stato, anche perché la permanenza della bara in un hangar dell’aeroporto militare, oltre a generare imbarazzo, ha creato sin dai primi giorni, dei problemi di sicurezza per la salute pubblica. È stato necessario intervenire con una zincatura, perché dal feretro arrivava cattivo odore.

«Della bara e della sepoltura non posso proprio parlare - si è ritratto quasi preoccupato per la domanda l’avvocato Giachini - Ho il vincolo del silenzio. Non so niente e niente posso dire. Questa vicenda ha mille aspetti che non sono stati trattati. Priebke non era il mostro descritto dalla stampa». Il legale, poi, dice a mezza bocca che, di recente, è stato a Roma, uno dei figli del militare nazista, quello che vive a New York, Ingo. Ma che è andato via atterito dall’odio che ha visto nei confronti di suo padre. Probabilmente l’uomo è stato contattato direttamente dagli uffici della diplomazia italiana.



IL LUOGO FINALE

Rimane ora il giallo di dove l’ex Ss sia stato portato. Un mistero destinato, forse, a rimanere tale, visto che è vincolato da un segreto che ha l’obiettivo di evitare eventuali pellegrinaggi o manifestazioni di dissenso. È stato tumulato o è stata scelta la cremazione? L’ipotesi che rimane la più accreditata è quella che un velivolo della nostra aeronautica lo abbia portato in una delle basi della Luftwaffe in Germania o in un aeroporto dell'Italia del Nord. Perché, durante le ultime trattative, era spuntata anche l'ipotesi di un paesino dell'Alto Adige.



LA GERMANIA

Nelle scorse settimane, comunque, le trattative non si sono mai fermate. Alcuni funzionari della diplomazia italiana hanno preso contatto con le autorità tedesche nel tentativo di mettere fine il più in fretta possibile allo stallo evitando nuove figuracce. Il prefetto Pecoraro ha avuto lunghi colloqui con Palazzo Chigi. E probabilmente qualcosa si è mosso sulla direttrice Roma-Berlino. Già il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, aveva auspicato che «alle spoglie del signor Priebke sia data sepoltura in modo appropriato». «Il nome di quest'uomo - aveva aggiunto - è un simbolo degli spaventosi crimini commessi contro gli italiani. Ora è morto. Speriamo che i resti trovino pace». I passi, felpatissimi, compiuti con la Germania potrebbero aver dato esito positivo, fornendo una scappatoia all'incredibile impasse che si era creata.
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