"Morti di Stato", polizia sotto accusa a Presa diretta. Iacona racconta le storie di Sandri, Uva, Aldrovandi e Cucchi

La madre di Federico Aldrovandi con la foto del figlio
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Martedì 7 Gennaio 2014, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 19:29
Polizia sotto accusa nella puntata di luned sera di Presa Diretta su RaiTre. Nella prima di una serie di inchieste, intitolata "Morti di Stato", Riccardo Iacona e la sua squadra hanno raccontato tanti degli abusi che lo Stato nelle sue varie articolazioni ha inflitto negli ultimi anni a cittadini inermi. Sono le storie di Gabriele Sandri, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. Ma non solo. Iacona e i suoi giornalisti hanno raccontato anche quelle meno conosciute: la vicenda di Michele Ferrulli, morto a Milano durante un fermo di polizia mentre ballava per strada con gli amici, di Riccardo Rasman, rimasto ucciso durante un’irruzione della polizia nel suo appartamento dopo essere stato legato e incaprettato col fil di ferro, e di Stefano Brunetti, morto il giorno dopo essere stato arrestato col corpo devastato dai lividi.



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La trasmisione di Iacona - che ha dedicato la puntata agli «uomini delle Forze dell’Ordine che ogni giorno cercano di essere all’altezza della divisa e della Costituzione» - ha fatto poi ascoltare i racconti scioccanti dei “sopravvissuti” come Paolo Scaroni, in coma per due mesi dopo le percosse subite durante le cariche della polizia contro gli ultras del Brescia, Luigi Morneghini, sfigurato dai calci in faccia di due agenti fuori servizio e delle altre vittime che ad oggi aspettano ancora giustizia.



Un racconto duro e toccante, che chiama in causa le istituzioni e i vertici dello Stato. «Quel che ci si domanda è questo: dopo certe denunce in prima serata, è possibile da parte degli organi dello stato non dire nulla?», si chiede Europa. Per ora sì: fino al pomeriggio di oggi infatti nessun politico aveva commentato o preso posizione.



Sul web quello degli abusi mostrati dalla trasmisione di Rai 3 è subito diventato uno degli argomenti più discussi. Oggi su Twitter "#PresaDiretta" e "#mortidistato" sono i due temi principali di discussione, con tantissimi commenti indignati per il comportamento delle forze dell'ordine. «PresaDiretta racconta finalmente la verità sul lato oscuro della nostra polizia. Bravo Iacona, bravissimo», scrive Fabrizio Rondolino su Twitter. «La speranza era che dopo Genova Diaz non si dovessero più vedere violenze sui cittadini. Oggi contiamo 3 morti e un disabile», commenta Rosy Battaglia. «La madre di Federico Aldovrandi a Presa diretta mi sta spezzando il cuore. Non so come sia riuscita a rimanere viva», dice Rossa.



La discussione si è poi concentrata sulla proposta di introdurre il numero identificativo sulle divise dei poliziotti. A Presa diretta il prefetto Alessandro Marangoni, vicecapo vicario della Polizia, intervistato nel corso della trasmissione si è detto contrario al numero identificativo perché - ha spiegato - «se gli uomini delle forze dell'ordine dovessero essere identificati potrebbero essere oggetto di azioni dimostrative nei loro confronti e nei confronti delle loro famiglie».



Marangoni si dichiara invece d'accordo sull'uso delle telecamere, nei commissariati e anche sugli agenti quando svolgono operazioni di polizia: «L'uso delle telecamere può essere sicuramente di grande aiuto - ha spiegato -. Anche questa sarà una sperimentazione che noi in tempi accettabilmente brevi, porteremo a termine». Nel frattempo, negli occhi restano le storie e le immagini terribili mostrate a presa diretta.